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Covid e vendemmia 2020: per la Puglia un’annata di qualità

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L’attività dell’enoturismo e dell’enogastronomia italiani non passano mai di moda, nonostante la pandemia!

In settembre ed ottobre 2020, il profumo delle uve e del mosto ha accolto curiosi e neofiti del vino nelle cantine del Movimento Turismo del Vino in ben otto regioni d’Italia, coinvolgendo nei trend positivi anche la Puglia grazie ad iniziative culturali come Calici di Stelle.

“L’edizione 2020 sarà un flop”, dicevano in base alle stime quantitative del – 5% (8,49 mln/hl) e alle norme di distanziamento nel divieto di assembramento.

Vini imbottigliati ed invenduti a causa del Covid 19 – Ph. Credit: Enoteca Grado 12

Invece, il giro d’affari dell’enologia pugliese ha avuto i suoi frutti. Le previsioni ottimiste di Coldiretti sono state tangibili nella vendemmia del 2020, che indubbiamente, senza il Covid 19, sarebbe potuta andare meglio.
Le aspettative erano alte dato, l’aumento del 20% delle esportazioni ad inizio anno.

Tuttavia, la qualità della produzione ha rispettato il range annuale, compensando la crisi del lockdown. Cos’ha cambiato, dunque, il, Coronavirus? La vendita dei vini. La distribuzione del prodotto è stata bloccata  dalla chiusura degli esercizi commerciali e la diminuzione delle visite, impossibilitate dai protocolli in materia di ospitalità.

L’apertura delle vigne e delle cantine al pubblico nell’autunno 2020 è stata la ricompensa del duro lavoro e del grande sacrificio dello stop dello scorso semestre. È stata una buona vendemmia, perché nonostante la riduzione dei vigneti, la qualità è aumentata.

Vigneto delle Cantine Paradiso nell’agro di Cerignola – Ph. Credit: Claudio Bru

L’area geografica della Daunia dedita alla produzione del vino Doc Tavoliere delle Puglie, che si distribuisce dalla montagna al confine con il Molise fino alla pianura rivolta alle colline murgesi, è un territorio luminoso e ventilato, favorevole alla pratica produttiva delle vigne e al wine and food ospitality.

Inoltre, i temporali di agosto e la siccità di settembre hanno migliorato la salute dei vigneti autoctoni, garantendo in condizioni ideali il germogliamento e la maturazione delle uve ottenendo così bacche stabili, da un buon grado di acidità e un ottimale valore zuccherino. La promozione di 27 DOC, 4 DOCG e 6 IGP di denominazione pugliese, tra cui l’immancabile Nero di Troia in testa, ha permesso di recuperare ciò che andato perso durante la chiusura.

Fenomeno consequenziale del nuovo modo di viaggiare, soprattutto degli italiani, la cui presenza ha surclassato l’arrivo degli stranieri. L’esperienza open air in diretto contatto con la natura in brevi soggiorni in gite fuori porta o long weekend a pochi chilometri da casa, la spiccata attrazione dalle aree rurali, il fascino di vigneti ed uliveti e la passione per attività sportive open air come yoga, nord walking e trekking, ad esempio, avevano segnato un chiaro cambiamento nel turismo locale già negli anni precedenti.

Esempio di degustazione enologica – Ph. Credit: Vini di Ostuni

Si può dire, dunque, che il +45% del 2019 negli affari commerciali enoturistici di Puglia è stata una buona base da cui partire in questo anno sventurato, indici rilevati soprattutto dall’ampliamento del pubblico, in particolare dei giovani, sempre più interessati a degustazioni e rivolti a visite in cantina.

Vedere cosa si beve durante la vendemmia è un’occasione memorabile, soprattutto in un momento storico come questo.

Fonte:
Coldiretti
Gambero Rosso

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