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San Giovanni Rotondo, le ceneri del partigiano Corritore tornano a casa

Il giovane fu fucilato nel 1944 durante la Seconda guerra mondiale. ll sindaco di San Giovanni Rotondo ha chiesto di riavere l’urna

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Matteo Corritore era un ragazzo di 24 anni, originario di San Giovanni Rotondo, morto lontano da casa, il 9 agosto 1944, a San Donà di Piave. Dopo 80 anni le sue spoglie tornano a casa. Matteo era nato il 17 luglio 1920, ed era sposato con Lucia Cisternino e nel 1940 era stato arruolato come soldato semplice nell’esercito italiano. A ricostruire la sua vicenda è Salvatore Mangiacotti, già sindaco di San Giovanni che si occupa di storia locale. «Dopo l’armistizio dell’8 settembre del 1943 Corritore non aderisce alla Repubblica di Salò né si arruola con i nazisti – spiega – ma entra a fare parte della brigata “Negrin” di Treviso.  Durante un conflitto a fuoco in località Musile il 7 agosto i tre partigiani Matteo Corritore, Agostino Visentin e Pino Rossi furono catturati - continua Mangiacotti – Rossi riuscì a salvarsi mentre Corritore e Visentin furono interrogati, torturati e fucilati alla schiena vicino al municipio. Colpiti in più parti morirono dissanguati”. 

Nei mesi scorsi - scrive il Gazzettino.it – l’attuale sindaco di San Giovanni Rotondo Michele Crisetti ha contattato il sindaco di San Donà, Alberto Teso, che si è attivato per cercarne i resti di Corritore, ritrovati in una urna funeraria nel cimitero di San Donà di Piave. L’urna con le sue spoglie sarà consegnata il prossimo 24 aprile ad una delegazione pugliese con Mangiacotti e alcuni parenti di Corritore . Seguirà una cerimonia il giorno dopo per il rientro a San Giovanni Rotondo, nell’anniversario della Liberazione.

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