Natalità: al Sud 3,4 milioni di abitanti in meno entra 25 anni
L'Italia si spopola non solo perchè si fanno meno figli, ma anche per i giovani che vanno a lavorare all'estero e per chi sposta la residenza attratto da condizioni fiscali più favorevoli.

ROMA – Denatalità, invecchiamento, spopolamento. L’Italia deve fare i conti con il cambiamento demografico che sta assumendo in alcuni casi contorni “drammatici” e che, sotto forma di necessità assistenziali, sanitarie e previdenziali, è destinato inevitabilmente a pesare sui conti pubblici, a partire dal debito. Il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, riassume così la complessa problematica della demografia.
Le tendenze che appaiono dai numeri sono inequivocabili. Nel 2024, la fecondità è rimasta stabile al Centro rispetto all’anno precedente (1,12), ma il Mezzogiorno e il Nord hanno sperimentato una contrazione; in particolare, il Mezzogiorno ha raggiunto un nuovo punto di minimo (1,20), mentre il Nord si attesta a 1,19. Nel medio e lungo periodo, il calo della popolazione sarà generalizzato in tutte le ripartizioni territoriali, ma ben più sostenuto nelle regioni meridionali, tradizionale bacino di nascite e di famiglie più larghe.
Proprio al Sud, specifica il ministro dell’Economia, la popolazione potrebbe calare di 3,4 milioni di abitanti entro il 2050 e di ben 7,9 milioni entro il 2080. Il dramma già più visibile è quello delle aree interne, abitate ormai quasi esclusivamente da una popolazione anziana e dove, come spiegato anche Tommaso Foti, al problema demografico si somma anche quello della programmazione delle risorse: “a fronte di 1.200 milioni stanziati per il 2014-2020, abbiamo 5.814 progetti presentati”, ma “in termini di spesa” siamo al 38%, evidenzia il ministro delle Politiche di coesione.
Altra problematica ancora è quella dei flussi migratori, non solo in entrata, di cui si parla molto, ma anche in uscita, per i giovani che vanno a lavorare all’estero dopo essersi formati in Italia e per chi sposta la residenza attratto da condizioni fiscali più favorevoli.