Il colera a Foggia, quel terribile agosto del 1910: in città venne realizzato anche un lazzaretto
Foggia – Non tutti sanno che nel corso del 1910 la città di Foggia e i paesi paesi limitrofi vennero travolti da una violenta epidemia di colera.
Si fece molta fatica a debellare il morbo nella nostra città, principalmente per le scarse condizioni igieniche e sanitarie dell’epoca, per non dimenticare poi la mancanza di acqua potabile e la diffusa miseria tra le persone.
Così come oggi per l’emergenza Coronavirus, anche all’epoca fu fondamentale il lavoro e l’impegno costante dei volontari della “Croce Verde” di cui facevano parte medici e infermieri e che aveva sede in Via Arpi. La “Croce Verde” operà in città fino all’avvento del fascismo.
Tra le tante persone che cercarono di prodigarsi per soccorrere la popolazione foggiana colpita dal colera vi fu il noto chimico Pietro Castellino, rappresentante di Foggia alla Camera dei deputati, e il dottor Francesco Manolla.
La sitazione degenerava giorno dopo giorno e la sua preoccupante gravità portò l’amministrazione comunale foggiana, guidata dal sindaco Emilio Perrone, nella riunione del 18 agosto 1910, ad aumentare gli addetti alla nettezza urbana e alla raccolta di rifiuti.
Inoltre, in città, vennero organizzate conferenze sulle norme igieniche da rispettare per evitare la diffusione del morbo. Tra le tante decisione assunte in quel periodo vi fu anche quella di realizzare un vero e proprio lazzaretto in prossimità della chiesa delle Croci, nei Quartieri Settecenteschi.
Il lazzaretto serviva per isolare le persone contagiate dal morbo, per la sua realizzazione venne impiegato prima un investimento di 3000 lire e poi ne furono aggiunte altre 1300. La struttura venne smantellata al termine della Prima guerra mondiale.
L’impegno del sindaco Perrone per contenere l’emergenza colera fu così grande che il Governo nazionale lo premiò con una medaglia d’oro per gli sforzi compiuti a favore della salute pubblica.
Fonte: Storia di Foggia di Leonardo Scopece
