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Viaggio nel quartiere settecentesco di Foggia

Foggia – Troppe volte, gli stessi foggiani, trascurano e, a tratti, ignorano quanto sia bella la loro città. Esempio mirabile di tale affermazione è rappresentato dai quartieri settecenteschi dove storia, arte, fede, cultura e folklore si intrecciano in un mix sensazionale. In particolare, concentreremo la nostra attenzione su tre luoghi simbolo di Foggia: il cosiddetto Cappellone delle Croci – o Chiesa del Calvario, la Chiesa di Sant’Anna e l’Epitaffio.

Il viaggio ideale, alla riscoperta della città, parte proprio dalla Chiesa del Calvario. La costruzione dell’edificio risale al 1693. Fu eretta sul luogo in cui un padre cappuccino, Antonio da Olivadi, piantò sette croci lungo il percorso di una processione penitenziale. Questa Via Crucis fu fatta per scongiurare la carestia che affliggeva il Tavoliere delle Puglie in quegli anni. Nel luogo dove furono poste le croci, successivamente, furono eretti i setti monumenti da cui era originariamente costituito il complesso.

Attualmente, sono in piedi solo cinque dei sette cappelloni, in quanto due furono abbattuti per far posto alla Chiesa. Il monumento è preceduto da un arco trionfale in stile barocco, a cui seguono le cinque cappelle e la chiesa con pianta a croce latina. All’interno è conservata una reliquia del Santo Legno della Croce di Gesù e una tela di scuola napoletana che raffigura la “Salita al Calvario”. Sotto la chiesa vi è la cripta dove sono custodite le spoglie dei soldati della prima guerra mondiale; inoltre, si dice, che in questo luogo si riunivano i carbonari dauni durante il Risorgimento. Quest’opera rappresenta l’unico monumento nazionale custodito a Foggia, definito così per il suo valore e l’unicità stilistica.

Cappellone Delle Croci
Cappellone Delle Croci

Proseguendo la passeggiata nel cuore di Foggia, troviamo poco più avanti del Cappellone delle Croci, la Chiesa di Sant’Anna. L’edificio risale al XIX secolo. Venne aperto al culto dei fedeli nel 1891. Fu costruita per opera dei padri cappuccini che, nel 1882, fecero ritorno in Foggia. Si stabilirono nel popoloso quartiere delle Croci in una casa trasformata in convento. Successivamente, con l’aiuto dei “terrazzani”, edificarono la chiesa di Sant’Anna. In questo convento, nel 1916, soggiornò San Pio da Pietralcina. L’interno della Chiesa, dal prospetto classicheggiante, presenta una sola navata con una cappella sul lato sinistro. Sull’altare maggiore possiamo ammirare la statua lignea di Sant’Anna, madre della Vergine Maria, proveniente dalla vecchia chiesa insieme al pregevole Crocifisso.

Molto sentita dai foggiani è la festa che ogni anno si celebra, il 26 luglio, in onore di Sant’Anna. Oltre all’aspetto squisitamente legato alla fede e alla devozione, nel corso del tempo sono state sviluppate e tramandate delle tradizioni, soprattutto in ambito culinario. Infatti, nei giorni della festa, è consuetudine mangiare, nei vicoli della zona, le “ciammaruchelle” (le lumache), “j pizz fritt” (le pizze fritte) e il melone rosso (anguria). La strada diventa così spazio di incontro e di comunione tra gli abitanti. In particolare, la lumaca assume il ruolo di totem – simbolo – perchè pur non rappresentando un cibo sostanzioso, la lentezza che richiede la sua preparazione richiama la lentezza della processione della Santa lungo le vie di Borgo Croci.

Chiesa Sant'anna
Chiesa di Sant’Anna

Il viaggio termina al cospetto dell’Epitaffio, poco distante da Sant’Anna, in via Manzoni. “Epitaffio” significa epigrafe – iscrizione. Infatti, sul monumento troviamo due iscrizioni. Una risale al 1651, data della sua costruzione voluta dal vicerè Inigo Velez de Guevara. La seconda risale al 1697, anno in cui il monumento fu ricostruito. Sulla sua sommità troviamo una statua che, probabilmente, raffigura Filippo IV di Spagna, a cui è dedicato. L’Epitaffio è legato alla transumanza e serviva ai pastori dell’Abruzzo come punto di riferimento per individuare la via del ritorno. Inoltre, simboleggiava il ruolo centrale che Foggia aveva nell’amministrazione della Dogana.

Epitaffio
Epitaffio

Termina qui, momentaneamente, il viaggio nella storia e nell’arte di Foggia. Solo la conoscenza e la cultura potranno aiutare questa città a credere di più in se stessa e a capire quanto vale!

Luigia Spinelli

Luigia Spinelli è la fotografa ufficiale di Foggiareporter.it

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