Le Guide di Foggia Reporter: Biccari
Biccari – Una rocca forte vissuta da famiglie nobili, le cui mura risuonano le nzammaruchèle e le campagne odorano di Scorzone.
Il suo nome deriva da vicus, il bicchiere dei Monti Dauni, la cui irregolarità territoriale crea una concavità in cui si ubica, appunto, Biccari.
In uno scenario sempre verde di boschi e monti, chi non conosce il Lago Pescara, gli avvistamenti sul Monte Cornacchia nei meandri del Bosco della Cerasa?
E magari tra gli specialisti del gourmet, di sicuro, in molti ricorderanno il sapore dello Scorzone, il “tartufo dell’estate”. Per non parlare di Daunia Avventura, che radica un parco climbing mozzafiato per i più sportivi.
Il borgo di Biccari sorge da un’andirivieni di genti: in località Boschetto, vi è stato rilevato uno degli insediamenti neolitici più alti di Puglia. L’ufficiale costruzione del paese avvenne con Dauni, Longobardi e Normanni. Lo sviluppo delle fortificazioni ebbe luogo durante l’ascesa degli Svevi. Emozionante raggiungere Porta Pozzi e pensare che ci si trovi sulla Croce Viaria tra il Tavoliere delle Puglie e l’Irpinia.
Palazzo Gallo e la Torre Bizantina, invece, alludono a quei tempi d’oro, in cui Biccari visse splendidamente nella gloria di Angioini, Aragonesi e i Borboni.
Palazzo Caracciolo e Goffredo, lussuosi edifici aristocratici dalla facies barocca, hanno ospitato cerimonie di tutto punto con riti religiosi in pompa magna in complessi romano gotici come San Quirico o nelle mura del Convento dei Frati Osservanti e nella Chiesa neoclassica dell’Assunta.
Passeggiando per il paese, non si può non notare Imporchia e Santa Maria. I lavori di riqualificazione e valorizzazione territoriale, che tutt’oggi i cittadini compiono con amore, manifestano una continua celebrazione della storia e delle eccellenze di Biccari.
Anche in cucina la passione non manca: alla vista di mani raffinate e stanche delle biccaresi intente a lavorare sapientemente la pasta fatta in casa, si sente spesso intonare la nzammaruchèle, i “canti dell’altalena” dal corteggiamento amoroso, sdegno e lagnanza. Una vera poesia dialettale musicata in versi e tramandata per generazioni. Sarà per questo che le tavole siano spesso imbadite di ottimi vini e salumi locali.
La predilezione per gli asparagi lascia scoprire lo spessore culinario di un arte made in Puglia. Uno stile casereccio che si rivela ancora oggi nel travolgimento delle sagre.
Fonte: Tunzi Sisto, A. M., “Le colline del vento: La tomba della signora neolitica di Biccari” ARA Edizioni, 2014.