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Visite specialistiche in gravidanza: a cosa fare attenzione

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Durante la gravidanza, il corpo della donna subisce profonde trasformazioni che richiedono controlli regolari per garantire la salute della futura mamma e del bambino.

Oltre alle visite ginecologiche di routine, spesso è possibile che si facciano anche altre visite mediche, in questi casi è necessario prestare attenzione ad alcuni esami diagnostici e trattamenti medici che potrebbero comportare rischi.

Alcuni test e procedure, infatti, sono controindicati o devono essere eseguiti con particolari precauzioni per evitare effetti negativi sul feto.

Esami radiografici: quando evitarli e quando sono consentiti

Le radiografie sono tra gli esami medici a cui bisogna prestare maggiore attenzione durante la gravidanza. L’esposizione ai raggi X, soprattutto nel primo trimestre, può rappresentare un rischio per il corretto sviluppo del feto.

Per questo motivo, i medici tendono a evitarle, a meno che non siano strettamente necessarie e non ci siano alternative diagnostiche.

Se una radiografia è indispensabile, ad esempio per un’emergenza ortopedica o per un problema ai denti, si utilizzano schermature protettive come il grembiule piombato per minimizzare l’esposizione alle radiazioni.

Tuttavia, in molti casi, si preferisce rimandare l’esame a dopo il parto o sostituirlo con metodologie più sicure come l’ecografia o la risonanza magnetica senza mezzo di contrasto, che non comportano rischi per il bambino.

Anestesia totale in gravidanza: quando è rischiosa?

L’anestesia totale è generalmente sconsigliata durante la gravidanza, salvo casi di estrema necessità. I farmaci utilizzati per indurre l’anestesia possono attraversare la placenta e avere effetti sul feto, influenzando la sua crescita e il suo sviluppo neurologico.

Inoltre, l’anestesia generale può aumentare il rischio di complicazioni materne, come problemi respiratori e abbassamenti improvvisi della pressione sanguigna, che potrebbero ridurre l’afflusso di ossigeno al bambino.

Se è necessario un intervento chirurgico, come nel caso di appendicite o complicazioni gravi, i medici valutano attentamente il rischio e la sicurezza della procedura.

In genere, si cerca di posticipare qualsiasi operazione non urgente fino al secondo trimestre, quando i rischi per il feto sono minori. Se l’intervento è inevitabile, vengono utilizzate dosi minime di farmaci anestetici compatibili con la gravidanza, sotto stretto controllo medico.

Anestesia locale e parziale: cosa sapere?

A differenza dell’anestesia totale, l’anestesia locale è considerata sicura per le donne in gravidanza. Viene comunemente utilizzata per interventi minori, come otturazioni dentali o piccoli interventi dermatologici. Ad esempio, l’anestesia dal dentista in gravidanza, dato che si tratta di un intervento locale, non prevede specifiche complicazioni e si può eseguire tranquillamente se si è in uno stato di salute ottimale.

Tuttavia, è importante che il medico sia a conoscenza dello stato di gravidanza della paziente per evitare anestetici contenenti adrenalina, che potrebbero influenzare la pressione sanguigna.

L’anestesia epidurale e spinale, invece, viene impiegata frequentemente durante il parto per ridurre il dolore delle contrazioni e facilitare il parto cesareo.

Questi tipi di anestesia non attraversano la placenta in modo significativo e sono considerati sicuri, se somministrati correttamente da un anestesista esperto.

Farmaci e trattamenti medici: quali evitare?

Molti farmaci comunemente utilizzati al di fuori della gravidanza devono essere evitati o assunti con estrema cautela durante la gestazione. Alcuni antidolorifici, come gli antinfiammatori non steroidei (FANS), possono influenzare lo sviluppo del feto e aumentare il rischio di complicazioni. Per il dolore, i medici raccomandano generalmente il paracetamolo, considerato più sicuro.

Anche alcuni antibiotici, farmaci per la pressione e trattamenti per malattie croniche possono presentare rischi. È consigliabile sempre consultare il ginecologo prima di assumere qualsiasi medicinale, anche quelli da banco, per verificare la loro compatibilità con la gravidanza. In caso di necessità, il medico può prescrivere alternative sicure che non interferiscano con lo sviluppo del bambino.

Trattamenti estetici e terapie alternative: attenzione agli ingredienti

Durante la gravidanza, molte donne scelgono di evitare trattamenti estetici invasivi e prodotti contenenti sostanze chimiche potenzialmente dannose.

Alcuni ingredienti comuni nei prodotti cosmetici, come il retinolo e l’acido salicilico, possono essere assorbiti dalla pelle e influenzare il feto. È preferibile optare per prodotti naturali e senza sostanze chimiche aggressive.

Anche alcuni trattamenti come la pressoterapia, la radiofrequenza o le sedute laser devono essere evitati, poiché non esistono studi sufficienti sulla loro sicurezza in gravidanza.

Se si desidera sottoporsi a trattamenti rilassanti, massaggi linfodrenanti e terapie dolci come lo yoga prenatale possono essere sicuramente scelte più sicure e benefiche.

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