Mafia del Gargano, strage di San Marco in Lamis: chiesto l’ergastolo per il basista

San Marco in Lamis – Nella giornata di oggi, 30 novembre 2020, è stata chiesta la condanna all’ergastolo dal pubblico ministero della Dda di Bari Luciana Silvestri nel processo a carico del 40enne Giovanni Caterino, unico imputato dell’ormai tristemente nota strage di mafia di San Marco in Lamis.
In quel terribile caldo giorno del 9 agosto 2017 vennero uccisi il boss di Manfredonia Mario Luciano Romito, il cognato Matteo de Palma e i fratelli Aurelio e Luigi Luciani uccisi perché testimoni involontari dell’agguato.
l’unica colpa dei due fratelli agricoltori, Aurelio e Luigi Luciani, fu quella di essera a lavoro. Quel giorno, intorno alle ore 10 sulla strada provinciale 272, nei pressi della vecchia stazione di San Marco in Lamis, l’obiettivo era il boss Mario Luciano Romito, morto sul colpo con suo cognato.
Come riportato dall’Ansa, il pubblico ministero ha chiesto il carcere a vita per Caterino che è detenuto dal 16 ottobre 2018 e che si dichiara innocente.
Il pm ha ricostruito l’intera vicenda e l’inchiesta: intercettazioni ambientali, tabulati telefonici e analisi gps su Fiat Grande Punto che l’imputato avrebbe utilizzato per pedinare Romito. Poi l’agguato a cui lo stesso Caterino sfuggì il 18 febbraio 2018 a Manfredonia voluto dai clan Romito e Moretti della società foggiana per vendicare un altro l’omicidio,quello di Mario Luciano. Dopo la requisitoria i legali di parte civile hanno depositato la memoria difensiva chiedendo la condanna e la richiesta di risarcimento.
Il processo, a causa dell’emergenza Covid, si svolge a porte chiuse con la sola presenza delle parti processuali.
Fonte: Ansa