Sistema sanitario: dove si trova il migliore al mondo?

Il tema della qualità delle cure proposte dai sistemi sanitari nazionali è al centro dell’attenzione come mai prima negli ultimi anni, che ci hanno permesso di riflettere sulla sostenibilità di questi ultimi. Quali sono i migliori a livello globale?
Nel panorama globale, nonostante varie problematiche, il sistema sanitario italiano continua a occupare un ruolo importante. Con un’ampia rete di strutture e medici altamente qualificati e obbligati ad aggiornare periodicamente le competenze (questi corsi Ecm Fad specifici per gli psicologi presenti sul sito ebookecm.it danno un’idea di come funzioni tale sistema), l’Italia riesce ancora a ritagliarsi una buona reputazione internazionale.
Quali sono gli altri? Scopriamolo nelle prossime righe analizzando i risultati, risalenti a tre anni fa, di un autorevole think tank statunitense.
Sistemi sanitari migliori a livello globale: quali sono e perché?
Secondo un autorevole think tank statunitense che si è svolto nel 2021, il miglior sistema sanitario al mondo, ai tempi, era la Norvegia. Secondo posto per i Paesi Bassi e terzo per l’Australia.
Prima del 2021, questa classifica era stata pubblicata nel 2017. Allora, in cima alla classifica dei sistemi sanitari migliori al mondo c’era quello britannico, finito al quarto posto nel 2021.
Il sistema sanitario USA, invece, tre anni fa era in fondo alla classifica, una posizione dalla quale non si è mosso dal 2004, anno in cui si è iniziato a parlare di numeri e confronti ufficiali tra i vari sistemi sanitari nazionali del mondo. Il caso USA è a sé e viene definito dagli esperti una situazione talmente anomala da distorcere le performance medie.
Il think tank sopra menzionato ha portato alla redazione del cosiddetto rapporto Mirror, Mirror, che ha considerato diversi parametri, cinque per la precisione. Si tratta dell’accesso all’assistenza sanitaria, della qualità dei processi di assistenza, della gestione amministrativa, dell’equità e dei risultati dell’assistenza stessa.
Quello che è stato scoperto è molto interessante. Come mai? L’indagine, infatti, ha palesato che, in generale, le migliori prestazioni sanitarie sono state riscontrate nei Paesi che hanno scelto di tagliare, imponendo dei tetti di spesa, i costi di assistenza a carico dei pazienti.
Questo è il caso, giusto per citare due autorevoli esempi, della Norvegia e della Svizzera.
Questa scelta, che dal 2013 è quotidianità in Germania, ha permesso, inoltre, di aumentare l’efficienza amministrativa.
Esempi di normative virtuose
Oltre a indicare quelli che sono i sistemi sanitari migliori al mondo, il rapporto Mirror, Mirror fornisce esempi chiari di normative virtuose. Tra i principali è possibile chiamare in causa la legge norvegese dedicata ai diritti dei pazienti.
Il suo testo normativo fornisce indicazioni chiare ed esaustive sui tempi entro i quali è opportuno garantire l’accesso alle cure. Un altro riferimento importantissimo per comprendere le pratiche più virtuose dei vari servizi sanitari ci porta in Olanda, dove esiste una legge statale che obbliga i medici generici a fornire, ogni anno, 50 ore di assistenza fuori dal proprio orario di lavoro.
Si tratta di un obbligo da adempiere se si ha intenzione di continuare a mantenere la propria licenza medica attiva.
Non è sempre tutto ora quello che luccica
Questo rapporto permette di portare alla luce anche un altro aspetto: a fronte di un dato positivo, se ne possono apprezzare diversi altri negativi. Questo è il caso del Regno Unito, noto per la sostenibilità economica delle cure messe a disposizione dal sistema sanitario nazionale.
I punteggi UK nelle classifiche internazionali, però, sono spesso compromessi dai tempi di attesa notevoli.
Un altro aspetto non positivo riguarda il divario, sempre più importante, nell’accesso alle cure tra chi si trova in condizione di agiatezza economica e chi, invece, è in difficoltà.
Sono questi i motivi per cui, come sopra specificato, la sanità britannica è passata, in quattro anni, dal primo posto al mondo alla quarta posizione.