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Le Guide di Foggia Reporter: Peschici

Peschici – Il paese che si aggrappa a quella ripida rupe sul mare sopra la vastità di sabbia dorata, grotte frastagliate ed insenature tra case bianche dalle cupole moresche.

La “Perla del Gargano” sorge tra la Torre di Sfinale e Monte Pucci, luoghi vissuti da storia, mare cristallino e scoperte archeologiche che le attribuiscono origini preistoriche e protostoriche.

Attorno a Peschici ruota l’eco del mare e dei suoi pericoli, nocciolo della sua fondazione per mano di soldati slavi inviati da Ottone I nel 970 d.C. per liberare il Gargano dai Saraceni, il cui dominio durò dal 866 al 969.

Ne dà memoria il suo nome slavo, pjèskusa, il suolo sabbioso che ha accolto torri d’avvistamento e sentinella dalla dominazione normanna del XI secolo fino alla presenza degli spagnoli nella seconda metà del Cinquecento.

Torre di Sfinale – Ph. Credit: Tripadvisor.it

Ogni torre, infatti, doveva essere visibile da altre due torri: una sorta di “catena di Sant’Antonio” d’avvistamento attraverso la quale fosse possibile garantire un efficiente controllo territoriale dettato da segnali di fumo, di fuoco, suono di corni e campane, oltre che cavalli e soldati.

La torre più famosa è quella di Monte Pucci che tra tutte rende l’idea della sua funzione su un panorama mozzafiato, spesso animato da attacchi corsari ed incursioni di pirati.

Dal 1462 Peschici fu sotto il controllo di Giorgio Castriota Scanderberg, un personaggio spagnolo molto noto per la storia dell’intero Gargano, e che passò poi la lancia direttamente ai Borbone, i quali segnarono Peschici per la nascita di movimenti carbonari in maturazione di personalità antiborboniche-liberali nel panorama politico come Giuseppe Libetta, peschiciano del Parlamento della Costituzione Sabauda.

Le strette vie del centro storico di Peschici

Da qui, il Gargano inizia a “collegarsi” al resto della Penisola con la realizzazione della circum garganica, l’attuale SS. 89, nel 1865, con la ferrovia nel 1931 e l’istituzione dell’Acquedotto Pugliese nel 1939 sotto il regime fascista.

Un privilegio che si riscontrò soprattutto negli anni ’60 durante il boom turistico per l’ammirazione delle bellezze locali oggi come allora.

Le coste di Peschici sono belle in natura quanto in arte per la presenza di sette trabucchi, illustri macchine da pesca da un’architettura tipicamente autoctona, complessa ed unica nel suo genere, che radica una tradizione antica grazie all’arte dei Trabbucchisti, oggi attrezzata per l’ospitalità nella ristorazione.

Un tipico trabucco peschiciano – Ph. Credit: Italy for Movies

Ammirata da milioni di turisti ogni anno, Peschici può definirsi una Mykonos italiana, non solo per il pittoresco centro storico decorato da pitture blu e bouganville, ma anche perché è terra di leggende dove lasciano traccia ancora i canti delle Prefiche, costume e rituale funebre derivato dalle matrone romane.

Le processioni e le feste, come quella del patrono Sant’Elia, esprimono un angolo di Puglia pagano, armonioso, religioso e contadino, così ospitale da allettare persone da ogni dove con piatti gustosissimi e prodotti tipici profumatissimi.

Fonte: Campanile, A., “Peschici nei ricordi”, Grenzi Editore, 2000.
Biscotti, M., “Peschici e dintorni”, M. Astegiano, 2004.

Michela Serafino

Operatore culturale nei sistemi turistici e 30 anni di "pugliesità". Fin da bambina ho osservato con curiosità le meraviglie dell'arte. Decidendo di fare della mia passione una professione, sono volata via da Foggia per laurearmi in Scienze dei Beni Culturali e specializzarmi in Turismo, territorio e sviluppo locale presso la Bicocca di Milano. Con i miei primi passi nei musei, ho capito il valore della condivisione del bello con la società.... mai quanto nella mia regione! La mia mission? In quanto educatore museale e guida turistica, ciò che adoro di più è convertire i disinteressati al piacere della scoperta nei musei e alla bellezza della mia città. Il territorio trama con le sue risorse attraverso metodi di comunicazione 4.0 e web marketing (SEO, Socialmedia,...), tali da apportare il giusto contributo alla promozione culturale e turistica, ed io ci sono dentro. Rivolgendomi sia a giovani che ad adulti tra attività e laboratori, i miei racconti si rivolgono a chiunque abbia voglia di conoscere la Puglia, in particolare la Daunia. Il mio cavallo di battaglia? Progettare ed organizzare eventi culturali coordinando, tramite i media, strutture, associazioni ed infrastrutture necessarie per la mobilità e l'ospitalità. Adoro viaggiare, ma soprattutto appassionare della mia terra.

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