La musica ci salverà: il Gargano nuovo tempio dell’urban music

Dall’America al Gargano accompagna la medesima voglia di riscatto. E’ l’hip hop che, dalla sua nascita nei primi anni Settanta, ancora oggi raduna sotto la stessa identità – prima sonora – e poi globale, giovani che “non le mandano a dire”, parole in musica attinte da storie di strada, canzoni che denunciano la ribellione di una generazione.
In Italia l’hip hop e il rap stanno vivendo anni d’oro, conquistando una platea sempre più vasta, un genere che ben si presta a raccontare il senso di ribellione che anche la nostra generazione si porta dentro, una lotta culturale che ha trovato in questo genere musicale la sua piena espressione.
Un fiume in piena che nemmeno la pandemia ha potuto bloccare: annullati gli eventi musicali, il web è diventato il nuovo palcoscenico da cui continuare a seguire aspiranti artisti e grandi nomi. Ma il fenomeno non si può arginare in così poche parole – anzi, in così pochi beat per restare in tema – ed è diffuso su così larga scala che anche il Gargano non è rimasto immune. Anche dal Promontorio si levano le voci di giovani e promettenti artisti che raccontano la realtà, storie legate a doppio filo anche alla voglia di riscatto di un territorio a volte dimenticato.
Ne abbiamo parlato con Luigi Lannunziata, originario di Vieste, conosciuto musicalmente come Spash Da Klark, il suo vecchio street name. Una passione iniziata durante l’adolescenza in un periodo in cui il genere hip pop era quasi sconosciuto: affascinato da queste sonorità, per Luigi inizia un viaggio alla ricerca di tutto quello che gravitava attorno a questa cultura. Un ambiente in cui non era facile accedere, a causa dell’ostilità di chi ne faceva parte, soprattutto nei confronti degli artisti emergenti.

Ma Luigi non si è perso d’animo, cominciando a percorrere strade alternative ma parallele a quella che è rimasta comunque la sua passione: ha praticato skate e inline skate, poi sono seguiti alcuni tentativi come writer, passando anche per la break dance fino ad approdare al rap e al freestyle. Nel 2005 comicia con la radio, sempre hip hop.
Intorno al 2007 il primo disco da produttore con vari artisti, alcuni sono nomi importanti oggi. Si è fatto anche notare come produttore e artista, affermandosi già grazie al web, strumento che anche oggi è diventato essenziale per poter condividere i suoi progetti. La notorietà arriva con Chianca Amara, insieme ad Untouch. Poche tracce disponibili on line ma molti live, 70 circa. In parallelo, fonda un’etichetta discografica indipendente, PETER PUNK DREAMS RECORDS con la quale ha organizzato sia eventi e release musicali.

Possiamo dire che ne hai fatta di strada. E poi è arrivato il canale Youtube…
Seguo il movimento hip hop da più di trent’anni e da venti anni sono parte attiva della cosa. Quella di realizzare un canale youtube o una digital tv che parlasse di musica risale a qualche anno fa, progetto sempre abbandonato a causa del sopraggiungere di altri impegni. E’ stato proprio durante la quarantena, nonostante le difficoltà ed i sacrifici enormi, che sono riuscito a dedicarmi al proggetto.
Così è nata Perculhype TV, per un totale di 3 Format all’attivo. FLASHON MY DOWGS, le interviste agli addetti ai lavori. FRESH NEWS, la rubrica, quasi giornaliera, dove parlo degli artisti ma ache di argomenti vicini alla musica. E poi DEEP INVASION, un vero e proprio Web Showcase con artisti di tutta Italia
La musica urban, prima un genere di nicchia che adesso sta conquistando un pubblico più vasto: com’è la risposta su Vieste?
La risposta su Vieste è ottima, come in tutto il resto dello stivale. La musica urban è ormai ovunque, quasi la totalità delle hit sono urban o latin urban, di conseguenza sono i ragazzi stessi a pretendere queste sonorità. Vieste non fa eccezione.
Quali sono gli artisti locali che si stanno distinguendo nel settore?
Parlando di urban music, la scena solida e matura è rappresentata da Untouch, Totò Nasty e Silvo di Big Foot Sound. Ser Key e Gmn sono due nomi che stanno cominciando a farsi strada nella scena. Tra gli emegenti viestani, momentaneamente parcheggiati, ci sono anche Flezy, Redoc e Silver Nana.
C’è un legame tra la possibilità di fare musica e il territorio di provenienza?
Beh, i musicisti locali sono più o meno sempre quelli, sia Vieste che Foggia e provincia. Ci sono i veterani con più anni d’esperienza, qualche nuovo volto che si fa strada attaverso i veterani e qualche giovane che lentamente viene fuori da solo. Non è facile fare musica, a prescindere dal territorio. Stranamente non basta essere bravi. Tanti cominciano e poi mollano. E’un settore particolare.
Nonostante le limitazioni imposte dall’emergenza sanitaria, a Vieste non sono mancati eventi musicali che hanno tentato di lasciare un segno nel territorio: sono delle buone occasioni per permettere alla musica di ripartire dopo il lockdown e soprattutto un modo anche per differenziare il turismo?
Sicuramente eventi importanti o grandi nomi possono contribuire ad attirare anche i turisti nel nostro territorio, rinomato tutt’al più per le bellezze paesaggistiche. Non dimentichiamo che non è così facile organizzare un evento oppure una serata in musica. Il Covid è stata un’aggravante importante. Tutta la mia stima a chi ha remato contro le difficoltà per cercare di intrattenere l’utenza dando vita a contesti sereni e puliti per regalare un ricordo indelebile al turista.
Purtroppo non sappiamo quello che il futuro ci riserverà: mentre mandiamo online il pezzo l’emergenza sanitaria è ancora in corso, lasciandosi alle spalle concerti nnullati ed eventi rimandati, la nota dolente di un’estate che tutto sommato siamo riusciti a vivere. Quello che è certo invece è che la passione per la musica e le competenze digitali possono aiutarci a superare questa impasse, continuando a tenere i riflettori puntati sull’andamento del mercato musicale e scovando giovani promesse che potrebbero rivelarsi i futuri grandi nomi della musica. Per i lettori di Foggia Reporter, Luigi ha voluto realizzare una puntata speciale della sua rubrica Perculhype
SER KEY, DALLA CAMPANIA AL GARGANO, LA PROMESSA DEL RAP
Tra le promesse c’è il giovane Carmine Vecchione, in arte Ser Key, classe 1995. Si avvicina al rap grazie al freestyle con gli amici. In un secondo momento decide di dedicarsi seriamente al rap e realizzare i primi singoli. Dopo anni di gavetta riesce a concretizzare il suo primo disco, ODISSEA. La release di 8 tracce è stata prodotto da Stekkett, Beatzunami e Kokoro Studio. Ser Key ha aperto i concerti di Luchè, Geolier e Shade ed ha da poco pubblicato il singolo ROUTE 66 che ha totalizzato quasi 80.000 play su Spotify. E’ uno degli emergenti più promenttenti del territorio.
