Foggia, “Non c’è anarchia e sbando”? Il comitato “Difendiamo il quartiere Ferrovia” non ci sta

FOGGIA – «Nel quartiere Ferrovia non c’è quella situazione di anarchia e sbando che ci viene rappresentato». Parole pronunciate dal Prefetto di Foggia che, secondo l’associazione Difendiamo il quartiere Ferrovia, non corrispondono alla realtà quotidiana vissuta dai residenti.
Attraverso un comunicato stampa diffuso nelle scorse ore, l’associazione contesta con decisione le dichiarazioni istituzionali, sottolineando come gli episodi registrati negli ultimi giorni raccontino “un’altra storia”: aggressioni con spranghe in pieno centro, tentativi di rapina ai danni di minori, mercatini abusivi che si moltiplicano la sera, consumo di droga e alcol in strada, rapporti sessuali a cielo aperto e persino ingressi tumultuosi nelle chiese.
«L’ultimo episodio – scrivono i cittadini – lascia poco spazio a interpretazioni ottimistiche: un uomo diretto in stazione è stato minacciato con un coltello e derubato delle valigie in pieno giorno, a pochi metri dall’ingresso principale della stazione ferroviaria. Non si può liquidare tutto questo come “non criminalità rilevante”. Se i cittadini hanno paura a camminare nelle strade del loro quartiere, quella paura è già rilevante: socialmente, moralmente e civicamente».
L’associazione respinge quindi le “narrazioni edulcorate” e chiede interventi concreti: pattuglie anche nelle ore serali, controlli capillari, ordinanze precise, applicazione rapida delle regole e – come già avviene in altre grandi città – l’impiego straordinario dell’Esercito. «Non sarebbe una sconfitta, ma il segno di uno Stato che decide di esserci davvero», si legge ancora nel comunicato.
Per Difendiamo il quartiere Ferrovia, la vera sconfitta è quella che i residenti vivono già oggi: «Quando rinunciano a passeggiare nelle loro strade, quando vengono derubati delle valigie davanti alla stazione, quando si sentono stranieri in casa propria».
Un grido d’allarme, dunque, che l’associazione affida alla città intera, ricordando come «quello che un tempo era il salotto di Foggia oggi rischia di diventare un ghetto».