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Arte e fascino nella zona monumentale del cimitero di Foggia, tra sculture e antiche cappelle

Foggia – Nell’immaginario collettivo il cimitero fa sempre un po’ paura, rimarreste da soli per un’intera giornata? Molti di voi non si sognerebbero mai di girare tra le cappelle e le lapidi del cimitero avvolti dal silenzio. In realtà si tratta di un luogo estremamente suggestivo, un’isola di quiete e pace, lontana dal caos cittadino, che cela vere e proprie opere d’arte.

Nell’affascinante zona monumentale del cimitero di Foggia è possibile ammirare antichissime tombe, cappelle e raffinate sculture erette per onorare la ricca borghesia cittadina di un tempo.

Sin dall’antichità il culto dei morti è stato oggetto di grande attenzione da parte degli uomini. I reperti archeologici che testimoniano la necessità da parte dell’uomo di dare degna sepoltura ai defunti sono davvero numerosi e rappresentano, ancora oggi, un’importante traccia lasciata nei secoli su usanze e tradizioni di un determinato popolo.

Nei primi anni del 1800 fu emanato da Napoleone l’Editto di Saint Cloud, un editto che stabiliva che le tombe dovessero essere deposte fuori le mura della città, per motivi igienico-sanitari. Successivamente l’editto fu esteso anche all’Italia.

La città di Foggia, come le altre città italiane, dovette adeguarsi e rispettare le regole imposte dall’Editto. Furono tantissime le famiglie della ricca borghesia della città di Foggia che fecero edificare nel cimitero cittadino sfarzose ed eleganti tombe monumentali, imponenti cappelle e raffinate lapidi per ostentare la propria importanza e il proprio prestigio.

Ancora oggi è possibile ammmirare queste antichissime sepolture. Con molta curiosità abbiamo deciso di perderci tra il verde, il silenzio e l’arte custodita nel cimitero foggiano di via Manfredonia, avventurandoci alla ricerca delle tombe più antiche e particolari.

Iniziamo il nostro viaggio. All’ingresso del cimitero di Foggia si impone la Cappella monumentale progettata nel 1928 dall’architetto Arnaldo Foschini, progettista anche del meraviglioso Palazzo delle Statue presente nel cuore della città di fronte Piazza Italia.

Subito dopo aver superato la Cappella troviamo il Monumento ai Caduti nei Lager, collocato nel camposanto nel 1965, ricorda i soldati che morirono tra il 1943 ed il 1945 nei campi di concentramento e di deportazione della Germania nazista.

Sul lato sinistro del monumento sono evidenti ben 107 iscrizioni dei nomi dei soldati foggiani caduti nei lager nazisti in quella terribile pagina di storia che è stata la Seconda Guerra Mondiale.

Sulla destra il nostro sguardo viene rapito da un’elegantissima cappella che ci ricorda le famose cattedrali francesi in stile gotico, con tanto di piccole guglie e svariati ornamenti decorativi che la impreziosiscono.

Decidiamo di percorrere il Viale dei suffragi, osservando a destra e a sinistra tantissime antiche tombe, preziosi mausolei, angeli, tempietti, busti e lapidi sulle quali sono state incise epigrafi molto particolari che ricordano le gesta, le caratteristiche e le pie azioni dei defunti.

In questa zona troviamo il complesso funerario del Marchese de Luca e di Maria Grazia Barone, storici benefattori della città di Foggia. In cima al monumento si notano le riproduzioni dei profili dei due coniugi, subito sotto è stato rappresentato, invece, un angelo con il braccio destro alzato.

Il Marchese de Luca, oltre ad appartenere alla famiglia del caratteristico Palazzo De Vita-De Luca, è stato anche il marito di Maria Grazia Barone la nobildonna foggiana che dedicò la sua vita ai suoi concittadini più poveri e disagiati.

Continuiamo il nostro viaggio e ci ritroviamo al cospetto di un imponente tempio in onore di Gaetano Postiglione, una delle figure più significative del fascismo foggiano. A lui, a Foggia e Bari, sono dedicate oggi due vie.

A Postiglione si deve la costituzione del Consorzio del Tavoliere Centrale, la cui opera fù importantissima per la bonifica dei terreni.

Sotto la guida del podestà, Alberto Perrone, di vedute simili a quelle di Gaetano Postiglione, durante il Ventennio, si assistette ad una grande crescita per Foggia che la portò a diventare un Capoluogo di Provincia di tutto rispetto.

Molto bella e particolare è anche la tomba di Filippo Rota, ornata da un elegante e suggestivo bassorilievo del foggiano defunto.

Continuiamo a camminare e veniamo rapiti dai tanti angeli in stile gotico che decorano le tombe più antiche, alcune ornate con particolari molto singolari come teschi e pipistrelli. Queste sculture fanno capolino su numerose tombe.

La presenza degli angeli nei cimiteri può avere diversi significati: gli angeli sono considerati veri e propri messaggeri (intermediari tra Dio e gli uomini) e custodi, il loro compito è quello di proteggere, infatti, l’anima del defunto.

La zona monumentale del cimitero di Foggia è caratterizzata anche da tantissime sculture e gruppi scultorei molto interessanti ed emozionanti di grande valore artistico: angeli e personaggi cristiani sovrastano antiche e consumate lapidi. Un piccolo museo a cielo aperto avvolto dal silenzio.

Nel nostro lungo giro incontriamo un’altra storica tomba, quella dedicata a Felice Figliolia, figlio della nobile casata dei Figliolia. Oltre al monumento che vediamo nel cimitero, la città di Foggia lo ricorda anche intitolandogli una via, via Felice Figliolia per l’appunto, situata nei pressi dei Quartieri Settecenteschi.

Il nostro viaggio si conclude davanti ad un’altro storico monumento funerario, quello dei marchesi di Rose o De Rosa, come è ricordato dalla tradizione e anche dalla toponomastica cittadina. Il nome De Rosa ricorre più volte nella storia di Foggia. Si tratta, tuttavia, di una famiglia originaria dell’Aquila.

Le vicende di questa famiglia di patrioti sono molto importanti per la storia di Foggia: i De Rosa vissero la loro passione politica proprio a Foggia in un periodo certamente glorioso e ricco di avvenimenti, quello risorgimentale, il periodo che va dalla Repubblica del ‘99 all’Unità d’Italia.

Fonte: bibliotecaprovinciale.foggia.it

Annarita Correra

Mi chiamo Annarita Correra, ho 28 anni, sono una giornalista pubblicista, una copywriter, content creator e cantastorie. Credo che la bellezza salverà il mondo e per questo la cerco e la inseguo nella mia terra, la più bella del mondo. L’amore per la letteratura mi ha portato a conseguire la laurea triennale in Lettere Moderne e quella magistrale in Filologia Moderna. Ho collaborato con riviste online culturali, raccontando con interviste e reportage le bellezze pugliesi. La mia avventura con Foggia Reporter é iniziata cinque anni fa. Da due anni curo la linea editoriale del giornale, cercando di raccontare la città e la sua provincia in modo inedito, dando voce e spazio alla cultura e alle nostre radici. Scrivo e creo contenuti digitali, gestisco la pagina Instagram del giornale raccogliendo e raccontando le immagini più belle delle nostra terra.

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