Attualità

Disturbo esplosivo intermittente: che cos’è e come guarire

[esi adrotate group="1" cache="public" ttl="0"]

Quando si affronta l’argomento della salute mentale si parla spesso di disturbi relativamente comuni come ansia e depressione, ma esistono molte altre problematiche sulle quali è più difficile trovare informazioni accurate. Una di queste è il disturbo esplosivo intermittente, caratterizzato da episodi di rabbia improvvisa la cui violenza è eccessiva rispetto alla causa scatenante. Ne possono derivare danni a oggetti o infortuni a sé e ad altri, ed è quindi fondamentale identificare e trattare quanto prima questo disturbo.

Caratteristiche del disturbo esplosivo intermittente

Come accennato, il disturbo esplosivo intermittente comporta scatti d’ira impulsivi e frequenti, esagerati rispetto all’evento che li ha scatenati e accompagnati da un senso di disagio marcato. Le persone colpite da questo disturbo hanno generalmente una soglia di tolleranza per avversità e frustrazione molto bassa. Gli episodi possono essere esplosioni di rabbia, aggressioni fisiche o diverbi accesi. In circa l’80% dei casi il disturbo esplosivo intermittente compare in individui già interessati da una o più condizioni psichiche o neurologiche, come disturbi d’ansia, disabilità intellettive o disturbo bipolare. Questa condizione fa parte del gruppo dei disturbi del controllo degli impulsi ed è diagnosticata frequentemente nell’infanzia o in età adulta prima dei 40 anni. Si stima che colpisca dall’1,4 % al 7% della popolazione ed è più comune tra le persone di sesso maschile.

Segnali del disturbo esplosivo intermittente

Gli scatti d’ira che caratterizzano il disturbo sono impulsivi e non pianificati, avvengono immediatamente in seguito alla causa scatenante, durano meno di trenta minuti e provocano all’individuo un forte senso di disagio. Possono inoltre portare a seri problemi nella vita lavorativa, sociale e scolastica. Le esplosioni di rabbia possono essere di intensità moderata, ad esempio durante un litigio in cui si offende qualcuno, ma anche molto gravi e portare al ferimento o persino alla morte di un’altra persona o di un animale.

Prima di un episodio esplosivo l’individuo prova spesso sensazioni come rabbia, frustrazione, irritabilità, tensione crescente. Si possono verificare inoltre difficoltà di comunicazione, pensieri accelerati e un aumento di energia. A livello fisico si possono notare tremori, palpitazioni e oppressione al torace. Gli episodi sono spesso seguiti da un breve senso di sollievo, che si tramuta poco dopo in imbarazzo e rimorso per le proprie azioni.

Trattamento per il disturbo esplosivo intermittente

Il tipo di trattamento più comune per questo disturbo è la psicoterapia, durante la quale si cerca di modificare i pensieri legati ai momenti di rabbia e aggressitivà. Su questo sito si può consultare una lista di psicoterapeuti di Foggia che hanno ottenuto ottime recensioni dai propri pazienti, tra cui una professionista che utilizza la terapia cognitivo comportamentale e ha avuto risultati eccellenti su problemi dell’adolescenza. Proprio l’approccio cognitivo comportamentale è spesso quello più efficace per il disturbo esplosivo intermittente. Si tratta di un orientamento psicologico che lavora a breve termine su un obiettivo preciso, in questo caso eliminare le esplosioni di rabbia o ridurre notevolmente la loro frequenza e intensità. Attraverso la terapia cognitivo comportamentale si può apprendere in che modo i propri pensieri influenzano le proprie azioni, abbandonando così a poco a poco modi di pensare dannosi e sostituendoli con altri più sani ed equilibrati. I pazienti con un disturbo esplosivo intermittente possono ad esempio imparare a gestire con successo le situazioni più frustranti per prevenire gli impulsi di rabbia che possono portare a un episodio esplosivo. Oltre a questo lavoro sui propri pensieri, altre tecniche utilizzate sono quelle di rilassamento, come esercizi di respirazione profonda o di allentamento della tensione muscolare. Si possono inoltre acquisire strategie di adattamento attraverso giochi di ruolo con il proprio psicoterapeuta durante i quali simulare situazioni che potrebbero causare uno scatto d’ira, riuscendo così a poco a poco ad aumentare la propria tolleranza alle avversità.

[esi adrotate group="1" cache="public" ttl="0"]