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“Chi ha ucciso nostro figlio è ancora libero”. L’appello dei genitori di Donato Monopoli

Cerignola – “Non  solo  non  è  stata  fatta  Giustizia  per  nostro  figlio, ma  noi  non  siamo  nemmeno a conoscenza  del risultato  della  sua  autopsia, svoltasi  ormai  10 mesi  fa”.

Giuseppe e Donata Monopoli, genitori di Donato, morto a maggio dell’anno scorso dopo sette mesi di agonia dopo un brutale pestaggio avvenuto nella discoteca “Le Stelle” di Foggia, invocano giustizia.

Niente potrà portare indietro loro figlio, che all’epoca dei fatti aveva solo 26 anni, ma “l’unica cosa che possiamo offrirgli è giustizia”.

Per quella barbara aggressione sono state individuate due persone, Michele Verderosa e Francesco Pio Stallone, venticinquenni foggiani: “Quella sera sono  stati  individuati  due  ragazzi  foggiani  che,  in quelle ore, sono stati  rintracciati mentre  erano tornati comodamente presso le oro abitazioni  nonostante  quello  che  poco prima avevano fatto a Donato.

Questi  due individui  sono  stati  accusati di  aggressione  e costretti  agli  arresti  domiciliari  per  6 mesi al termine  dei  quali  sono  stati  messi  in libertà con  il solo  obbligo  di  firma  presso  le  forze  dell’ordine”, spiegano i familiari della vittima.

Giuseppe e Donata Monopoli ripercorrono i lunghi momenti di sofferenza in quelle ore tremende e nei mesi successivi: “Nostro  figlio è rimasto in terapia  intensiva, legato  a dei  tubi  per  sette  lunghissimi  mesi, durante  i quali  abbiamo  vissuto  momenti  infernali  dovuti  ai suoi  costanti  cambiamenti  e peggioramenti di salute, accompagnati  da altri vitali  interventi.

Sette lunghi mesi  ad aspettare  e sperare in un miracolo, ma  purtroppo  è  arrivato  quel maledetto  8 maggio  2019, giorno  in cui  Donato  ha  deciso  che  era  stanco  di  lottare  per  la  propria  vita”.

E poi indagini altrettanto lunghe, ma ancora infruttuose, tanto che “probabilmente  il  tempo  che  sta trascorrendo è  tempo  perso e, mentre  noi  piangiamo ogni giorno per  la  morte  ingiusta  e insensata  di  nostro  figlio, c’è  chi  continua  a vivere  tranquillamente la propria  vita senza  alcun  problema”, osservano i genitori di Donato.

“Adesso  ci  sentiamo  soli nel combattere questa battaglia che, al  momento,  ci sembra sia stata dimenticata dalla legge, dal tempo e dalla stessa giustizia che tanto gridiamo e nella  quale, nonostante tutto, ancora crediamo.

Speriamo che  Donato abbia la possibilità di avere l’unica cosa che ormai possiamo offrirgli: la giustizia”, concludono Giuseppe e Donata Monopoli

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