Cappotto termico: cos’è, come funziona e quali sono i vantaggi

Cappotto termico, cos’è? Di quali incentivi gode per il 2024? Se lo chiede chi ha sentito parlare del cappotto termico e dei bonus fiscali legati alla sua installazione. D’altronde questi argomenti tengono banco, e per l’aura di efficacia di cui il cappotto termico è ammantato e per le vicissitudini legislative che lo hanno riguardato.
Ne parliamo qui, fornendo una panoramica sui bonus edilizi per l’installazione del cappotto termico nel 2024. Descriveremo inoltre le caratteristiche principali del cappotto termico e il meccanismo di funzionamento.
Cappotto termico: cos’è e incentivi per il 2024
Il cappotto termico è un elemento edilizio che protegge gli edifici dalle dispersioni di calore. Consiste nella copertura delle pareti esterne mediante pannelli isolanti.
Grazie al cappotto termico, gli edifici conservano la temperatura interna più efficacemente e più a lungo. Ciò si rivela positivo tanto in estate quanto in inverno. Abbatte i consumi per il riscaldamento e la climatizzazione, garantendo un ingente risparmio in bolletta.
Il cappotto termico, dal punto di vista meramente edile, impatta sulle finiture. E’ tuttavia considerato come un intervento complesso, vuoi per la necessità di coprire tutto l’edificio (a esclusione dei serramenti ovviamente), vuoi per la necessità di imbastire impalcature lungo tutte le facciate.
L’efficacia del cappotto termico nella riduzione dei consumi e quindi delle emissioni ha spinto il legislatore a predisporre alcuni interessanti incentivi fiscali. In passato a farla da padrone è stato il Super Bonus 110%, che permetteva di installare il cappotto termico sostanzialmente gratis, anche in virtù della cessione del credito e dello sconto in fattura.
Attualmente, è disponibile una versione del Super Bonus edulcorata, ma non per questo poco interessante. Infatti, consente di recuperare il 70% della spesa. Il meccanismo è semplice. Il committente paga, versando bonifici “parlanti”, ovvero descrittivi e contenenti richiami alla legge. Inoltra la domanda e inizia a detrarre dall’IRPEF parte della spesa, anno dopo anno, nel giro di cinque anni, fino a raggiungere il 70%.
Il Super Bonus è vincolato ad alcune soglie. Per esempio, se l’immobile è unifamiliare non è possibile portare in detrazione più di 50.000 euro. Se si progetta di superare questa soglia, è possibile fruire di altri bonus, meno allettanti ma più laschi dal punto di vista dei requisiti. Per esempio, il Bonus Ristrutturazione, che consente di recuperare il 50% ma ammette detrazioni fino a un totale di 96.000 euro.
I materiali per il cappotto termico: un confronto
Esistono cappotti termici e cappotti termici. Questi si differenziano principalmente per i materiali utilizzati. Ecco le soluzioni più comuni.
- Polistirene espanso. Questo materiale spicca per l’efficacia ma anche per la leggerezza e la versatilità. E’ anche relativamente conveniente.
- Schiuma di resina fenolica. Questo materiale permette di ottenere elevate prestazioni di isolamento termico anche con pannelli di spessore ridotti.
- Lana di roccia. Isolante termico molto efficace, è frutto della fusione e della riduzione in fibra delle rocce di basalto. Oltre a isolare, la lana di roccia funge da barriera contro il fuoco e l’umidità.
- Fibra di legno. Materiale naturale e a basso impatto ambientali, vanta discrete capacità isolanti e un costo contenuto.
Cappotto termico: un’analisi costi benefici
Il cappotto termico gode di molta popolarità. Allo stesso tempo, è una soluzione che, al netto delle difficoltà finanziarie, il legislatore cerca di promuovere. Basterebbe solo questo per dimostrare la sua efficacia. A sorprendere, però, è un dato puramente tecnico: l’installazione di un cappotto termico di media efficacia garantisce un risparmio in bolletta pari al 30%. Considerando che in media una famiglia di quattro persone paga 2000 euro all’anno, si possono risparmiare più di 600 euro nel medesimo lasso di tempo.
Questa cifra acquisisce valore se confrontata ai costi reali dell’installazione del cappotto termico. In media, un condomino, considerando l’incentivo del 70% si ritrova a pagare mediamente 3.000 euro. Ciò significa che recupera la spesa nel giro di cinque anni, se non meno. Trascorso questo lasso di tempo, il risparmio diventa reale.