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“Salvate gli alberi di Vieste!”, l’appello del WWF per salvare i 53 pini della cittadina garganica

Vieste – “Venticinque anni fa veniva pubblicato in Italia il “Manifesto del Terzo Paesaggio” di Gilles Clément, un libro “rivoluzionario”, in quanto introduceva un nuovo modo di guardare lo spazio specialmente in ambito urbano ed extra-urbano. Con il suo testo l’autore, ridefinendo gli ambiti della biodiversità, l’estetica del paesaggio e i modi di progettarlo, accese i riflettori su quelle aree verdi ai margini dell’abitato, sotto gli occhi di tutti, ma non considerate o ritenute inutili.

La visione era quella è di costituire un “territorio di rifugio per la diversità” biologica, estetica ma anche sensoriale.

 È questo il punto di partenza su cui dovrebbero partire le amministrazioni e i tecnici quando si opera in ambito urbano sulle nostre sempre più rare aree verdi cittadine”, spiega Maurizio Marrese Presidente del WWF OA di Foggia.

E continuano dal WWF Foggia: “Purtroppo dobbiamo costantemente registrare che in questo ambito le amministrazioni badano più all’inseguimento del finanziamento pubblico piuttosto che alle finalità che dovrebbe avere una progettazione.

Siamo qui purtroppo a sollevare l’opinione pubblica per evitare l’abbattimento di 53 alberi in piazza Paolo VI nella città di Vieste. Infatti “oggi” l’amministrazione comunale di Vieste darà il via ai lavori che prevedono l’abbattimento dei 53 esemplari nell’ambito del progetto denominato “Distretti Urbani del commercio: Intervento di riqualificazione di Piazzale Paolo VI e installazione elementi di arredo” Delibera di GIUNTA nr. 305 del 03-12-2020.

L’abbattimento sarà quindi giustificato in nome di una riqualificazione che prevede paradossalmente una nuova piantumazione con essenze che sicuramente non saranno in grado di sostituire nel breve termine gli esemplari di pino di circa 35 anni, ma ci vorranno altri 40 anni di attesa.

Tali alberi, scelti storicamente in ambito urbano per la loro resistenza alle alte temperature estive e all’esposizione a venti e salsedine, per la loro rapida crescita e bellezza, vegetano in ottimo stato di salute e con chiome folte e rigogliose e fanno indiscussamente parte del paesaggio e della geografia dei luoghi.

Nulla lascia sospettare ad anomalie strutturali e/o patologie che possano rappresentare un rischio per la salute e/o per la loro stessa stabilità se non in alcuni esemplari (max 3-5) ma riconducibili soprattutto al pessimo stato di manutenzione dei marciapiedi e dell’asfalto.

Appare pedissequo elencare le preziose funzioni svolte dagli alberi in ambito urbano e i molteplici servizi ecosistemici forniti e che è possibile oggi con tecniche non invasive risolvere il problema della pavimentazione sconnessa e salvare ad un tempo i preziosi alberi, problematiche che sono state già affrontate, e facilmente risolte, in tantissime città italiane.

Si segnala inoltre che:

–          partendo dal progetto esecutivo e nella delibera comunale viene citata erroneamente la specie Pino marittimo (Pinus pinaster) specie inesistente in quella piazza invece che Pino domestico (Pinus pinea);

–          che dalla progettazione visionata pare si sia scelta semplicemente “la strada più facile” ovvero l’abbattimento e la successiva ripiantumazione piuttosto che la riqualificazione e valorizzazione dell’esistente;

–          la mancata manutenzione della pavimentazione, protrattasi per anni, ha portato il problema alle estreme conseguenze. Da qui l’idea di voler risolvere la questione con l’eliminazione in toto degli alberi e la loro sostituzione con altre essenze arboree di specie diversa. Eppure proprio per il sito in cui vegetano le piante (alla base vi è un vasto spazio, non ci sono strade trafficate né ad alta velocità, non ci sono vetrine di negozi, né pareti e/o finestre adiacenti ai filari, o elementi di fastidio e intralcio alla loro crescita futura) è consigliabile rifare la pavimentazione e garantire la sopravvivenza delle piante in loco per l’utilizzo del piazzale senza rischi di cadute e inciampi;

–          se si prova a fare una stima costi/benefici risulterà assolutamente economicamente vantaggiosa, da ogni punto di vista, la soluzione di rifare la pavimentazione e lasciare in sito gli alberi, anziché decidere di abbatterli tutti e magari ripiantarne di nuovi, che impiegheranno decenni a crescere, sempre che non moriranno prima, ma questo porterà a cure, irrigazioni di soccorso etc. producendo ulteriori costi economici ed energetici per la comunità;

–          la Città di Vieste scarseggia di verde pubblico e che tali lavori sono finanziati con fondi del Distretto Urbano del Commercio, per l’accesso ai quali il Comune ha dichiarato che Piazzale Paolo VI è un’area mercatale.

Noi del WWF di Foggia ci chiediamo se sia corretto abbattere 53 alberi in buono stato di salute in nome di una riqualificazione “apparente”, ricordando che proprio il Comune di Vieste è simbolo del Parco Nazionale del Gargano e come tale dovrebbe rappresentare un modello gestione esemplare del patrimonio ambientale urbano ed extraurbano. Pertanto ci appelliamo agli organi in indirizzo di valutare altre soluzioni onde evitare l’abbattimento degli esemplari di Pino domestico”.

Redazione

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