Economia
Telesforo smentisce voci vendita asset Universo Salute
L'imprenditore smentisce voci di corridoio e ipotesi rimbalzate sulla stampa

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“Sono false le voci di vendita del Don Uva da parte del Gruppo Telesforo diffuse da una testata non nuova a “uscite” clamorose puntualmente basate sul nulla”. Il Gruppo Telesforo smentisce le voci di vendita dell’asset Universo salute. In una nota il gruppo sostiene che “il vicepresidente esecutivo Paolo Telesforo, e l’AD Luca Vigilante hanno a cuore la serenità dei lavoratori e pur dall’ottica di appartenenza a generazioni diverse, condividono una straordinaria capacità manageriale, condivisa con un top management capace di confermare ogni anno quei risultati soddisfacenti che hanno portato le strutture del Gruppo a contribuire fattivamente al sistema Sanitario Regionale per far fronte alla pressione delle richieste di prestazioni sanitarie e sociosanitarie arretrate. Il Sistema Sanitario Regionale, composto da Sanità pubblica e Sanità privata accreditata, cooperando in modo maggiormente sinergico può essere così in grado di fornire una risposta più rapida ed efficiente alle richieste di salute dei cittadini riducendo significativamente i tempi di attesa.
Intanto, al fine di smentire le voci riguardanti una possibile vendita dell’asset Universo Salute, Telesforo tiene a fare chiarezza, rivolgendosi in particolare ai lavoratori, “a chi in questi cinque anni ha voluto darmi fiducia e soprattutto affetto”. “A loro – sottolinea il vicepresidente esecutivo – dico che non li abbandonerò mai. Non è una questione di soldi, ma di rispetto verso chi si è sacrificato al mio fianco, oltre ogni limite. Fino a quando il Signore lo vorrà, non abbandonerò mai la mia famiglia. E voi di Universo Salute siete la mia famiglia, una famiglia in cui ho creduto e continuerò a credere fino ad ottenere il giusto riconoscimento contrattuale al pari di ciò che è già in essere nelle strutture a gestione pubblica. Io lotterò con voi e per voi contro chi getta veleni e miserie. Non sarete mai lasciati soli”.
Per l’Opera Don Uva, quella del 2023 è dunque una primavera di rinascita, di rilancio, di visione prospettica all’indomani della storica riconversione degli istituti ortofrenici, giunta al termine di un iter ventennale complesso, uno dei più imponenti a livello europeo, sostanziato dalla progressiva trasformazione di quel manicomio – cancellato dalla riforma Basaglia – in una cittadella della cronicità, della disabilità, della riabilitazione e dell’assistenza al malato terminale. Una cittadella funzionale e moderna, non solo per l’efficace restyling, in linea con il concetto di “demanicomializzazione” coniato e attuato dalla nuova Proprietà. I grandi ospedali psichiatrici “Don Uva” si sono definitivamente trasformati in strutture long term care, cioè prevalentemente dedite alla cura e all’assistenza delle cronicità, oltre a proseguire le tradizionali attività, come la riabilitazione post acuzie, degli acuti e l’assistenza al malato terminale.
Per l’Opera Don Uva continua il processo di crescita caratterizzata da investimenti, professionalità, impegno e sacrifici. Questione di “credibilità” e “certezze per i lavoratori”: su questi temi prosegue la sfida di Paolo Telesforo per un futuro di grande prospettiva.
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