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San Marco in Lamis: la storia del santuario di San Matteo

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San Marco in Lamis – La nascita del santuario di San Matteo, uno dei luoghi di culto più affascinanti di Capitanata, ci riporta indietro ai secoli VIII e IX quando i monaci benedettini fondarono un’abbazia chiamata “San Giovanni in Lamis”.

ll documento più antico che testimonia la sua esistenza è un decreto del Catapano bizantino Alessio Xifea, emanato nel 1007, che classifica la struttura come la più grande e importante abbazia benedettina della Capitanata, ricca di beni materiali e di attività. Esistono anche altri luoghi di culto come il santuario di Stignano o la Grotta dell’Arcangelo Michele di Cagnano Varano che raccontano la storia dei numerosi pellegrini che percorrevano la via Francigena diretti alla Grotta di San Michele a Monte Sant’Angelo.

Durante il lungo e faticoso percorso trovavano nel monastero di “San Giovanni in Lamis” un sicuro punto di riferimento e di accoglienza. E’ per questo che la devozione verso l’Apostolo ed Evangelista, iniziata qualche secolo prima, crebbe sempre più sviluppandosi in particolare modo tra i contadini e i pastori abruzzesi che da settembre a maggio svernavano con le greggi nelle pianure del Tavoliere delle Puglie. E’ interessante sapere, a tal proposito, che la festa dedicata all’Apostolo coincide con il 21 settembre, giorno dell’equinozio di autunno e giorno in cui le greggi dai pascoli montani tornano in pianura. Soltanto nella seconda metà del XVII secolo fu realizzato un grande progetto edilizio che portò all’attuale assetto del convento.

L’edificio conventuale e le preziose raccolte in esso conservate possono essere intese come una grande sintesi delle due fasi della lunga storia di questa realtà religiosa: la prima, benedettina e cistercense finita nel 1578 e la seconda, francescana, dal 1578 in poi. Queste due fasi, esplicitate dalla doppia denominazione del monastero, San Giovanni in Lamis e San Matteo, ancora oggi rappresentano il duplice rapporto che questa casa religiosa ha avuto, e tuttora ha, con le popolazioni del Gargano e della Daunia in genere. Il nome originario del Santuario, che persiste tuttora nei documenti liturgici, è San Giovanni in Lamis. In seguito all’arrivo della reliquia di San Matteo da Salerno, alla metà del sec. XVI, fu chiamato “San Matteo”, e poi, con l’affidamento ai Frati Minori, ebbe il suo nome definitivo di Santuario di San Matteo. Il complesso santuario è diviso in spazi che corrispondono rispettivamente a una biblioteca, un archivio, un museo e un auditorium.

credits: sanpionelmondo.com

LA BIBLIOTECA

Adiacente al convento e fondata nel 1905 come biblioteca dello Studio di Teologia, è aperta al pubblico dal 1970 e, in un continuo crescendo, si è aperta nel tempo ad altri interessi culturali quali la letterature, l’arte e la storia. Punto di conservazione e di ricerca, oggi è frequentata soprattutto da ricercatori universitari e da studenti che si recano lì per raccogliere preziose testimonianze sulla storia del nostro territorio. La Biblioteca mantiene vivi i segni del tempo, che ne hanno scolpito la fisionomia.

Le antiche pietre e gli spigoli dei pilastri (in duro calcare garganico) rappresentano il segno indelebile del secolare fluire di ovini lungo quell’area. Oltre 100.000 sono le copie in possesso del convento che, per esiguità di spazio a disposizione non è stato possibile esporre in un’unica area. Padre Mario ci ha mostrato l’intera biblioteca, sfogliando con noi alcune delle testimonianze più antiche sulla vita dei monaci che hanno abitato il convento. L’ultima donazione, una tra le più prestigiose, rappresenta una rivisitazione illustrata dell’opera dantesca “La Divina Commedia”.

IL MUSEO

Quest’area, di recente costituzione, si articola in due percorsi di cui uno all’interno della Biblioteca e l’altro nella Galleria dei Benedettini che si trova nel lato settentrionale del convento. Nel percorso sono esposte le raccolte di statue devozionali familiari, il lapidarium medievale e i reperti archeologici. Nella Galleria dei Benedettini sono esposti oggetti sulla Liturgia, alcuni paramenti sacri e parte delle tavolette votive del Santuario.

L’AUDITORIUM

 San Matteo era noto per la sua capacità di fornire il vestiario a tutti i Frati della Provincia. Il convento era celebre per la lavorazione della lana attraverso attività di tessitura che vedevano la partecipazione di ben 40 Fratelli laici tra tecnici, operai e amministrativi. Fino al 1866 è stato utilizzato come lanificio. Oggi, invece, è stato adibito ad auditorium con circa cento posti.

Fonti: Santuario di S.Matteo Apostolo di P. Mario Villani

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