Parroco di Rocchetta Sant’Antonio accusato di essere un untore: “Non sono il portatore di Covid”

Messa movimentata la scorsa domenica nel piccolo centro del Foggiano d Rocchetta Sant’Antonio, un borgo che conta poco più di 1800 abitanti. Al termine della funzione religiosa, don Antonio Aghilar non è riuscito a trattenersi e rivolgendosi ai presenti ha affermato: “Non sono il portatore di Covid”.
Un accorato appello quello di don Roberto per bandire il pettegolezzo e l’ignoranza dal centro dauno dove negli ultimi giorni si era sparsa la voce che il parroco fosse un vero e proprio “untore”.
Voci infondate che, in seguito alla notizia della positività di un abitante del piccolo borgo, sono iniziate a circolare vedendo nel parroco uno dei portaori/diffusori del Coronavirus a Rocchetta.
“Mi dispiace doverlo dire ma mi sono trovato davanti ad una ignoranza senza precedenti. Un atteggiamento che mi ha ucciso moralmente. Il mio rammarico non è solo per colui che ha diffuso il pettegolezzo ma anche per chi lo ha fatto montare nell’omertà”, queste le parole del parroco sull’altare.
E ancora: Mi costringete a doverlo fare da qui: non sono il portatore di Covid – ha sottolineato -. Questa comunità deve imparare a rispettare la privacy e la riservatezza. In questi tre giorni chiedo a don Vincenzo, il diacono della parrocchia di fare lui la liturgia della parola perché è stato veramente brutto”.
Sulla vicenda è intervenuto anche il sindaco di Rocchetta Sant’Antonio, Pompeo Circiello, che sulla sua pagina Facebook ha espresso la sua vicinanza a don Antonio con queste parole.
“Con questo post voglio esprimere la mia, e quella di tutta l’amministrazione, vicinanza al Parroco di Rocchetta Don Antonio Aghilar per le calunnie che lo hanno investito in questi ultimi giorni – ha scritto il sindaco del piccolo comune dei Monti Dauni -.
La preoccupazione che serpeggia tra la popolazione per gli accertati casi di Covid-19 a Rocchetta ha portato agitazione, e come spesso accade in queste circostanze, a puntare il dito verso un colpevole.
Voglio ribadire che i contagi da Covid-19 non hanno colpevoli, spesso è solo una questione di casistica che possiamo e dobbiamo ridurre al minimo adottando tutti comportamenti virtuosi.
Ci sentiamo vicini al parroco per essere stato additato come “untore” così come alle famiglie delle persone risultate positive. Poteva e può succedere a chiunque, non lasciamo che i pettegolezzi scalfiscano la nostra unità e soprattutto la nostra umanità”.
Fonte: Gazzetta del Mezzogiorno