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Pneumatici, scarti e rifiuti tossici: la Capitanata è la nuova Terra dei Fuochi

La Caitanata è la nuova Terra dei Fuochi. Il caso delle discariche di rifiuti e roghi tossici del nostro territorio approda in Parlamento grazie ad un’interrogazione al ministro dell’Ambiente, Sergio Costa.

“Quando parliamo di ‘Terra dei Fuochi’ il pensiero va subito alla Campania ma, come giustamente ha fatto notare il ministro, ci sono varie Terre dei Fuochi nel nostro Paese, tra queste la Capitanata è rimbalzata alle cronache nazionali per lo smaltimento illecito di rifiuti e gli sversamenti di oltre una tonnellata e mezza di rifiuti tossici e pericolosi”. Ad affermarlo, il commissario Ambiente ed Ecomafie della Camera dei Deputati, Giovanni Vianello.

Veri e propri accumuli di immondizia accatastati e bruciati nelle campagne della Capitanata. Ci sono pneumatici, scarti di lavorazioni, rifiuti vari e soprattutto tanta plastica.

Nei giorni scorsi i Carabinieri del Comando per la Tutela Ambientale, con il prezioso ausilio dell’Arma territoriale, hanno effettuato un bliz in diversi siti individuati in agro Cerignola.

Qui i carabinieri si sono trovati innanzi a vere e proprie colline nere, alcune anche poste in prossimità di oliveti e vigneti, con ogni probabilità, scarto di attività di rifacimento del manto stradale, con tanto di autocarri ed escavatori all’opera.

I cittadini sono stanchi e stanno protestando: venerdì 4 ottobre è stata lanciata una petizione su Change.org, per quanto riguarda i roghi e fumi tossici che attanagliano da mesi e mesi Cerignola e i Cinque reali siti.

Diffondiamo il testo della petizione diffusa su Change. org indirizzata al Ministro della Salute, Roberto Speranza, e al Ministro dell’ambiente Sergio Costa, in merito ai roghi notturni nelle campagne.

‘Siamo cittadini di Cerignola e dei Cinque Reali Siti (che comprendono i comuni di Ordona, Carapelle, Orta Nova, Stornara e Stornarella) che da mesi constatano e lamentano la presenza di fuochi e di odori fortemente molesti, prevalentemente notturni, nell’agro circostante, di origine ignota. Non sappiamo chi bruci e cosa bruci, ma temiamo che tali fuochi, oltre agli odori sgradevoli emanino sostanze tossiche e nocive per la salute di tutti.

Non riuscendo ad avere una interlocuzione con le autorità locali e non riuscendo a ad intervenire per risolvere i diversi problemi che ci affliggono dal punto di vista ambientale non ci resta che appellarci alla Sua attenzione.

Siamo preoccupati per la salute della nostra comunità interessata da molte situazioni critiche dal punto di vista ambientale con evidenti ricadute sul benessere dei cittadini tutti, donne uomini, ma soprattutto anziani e bambini perché più fragili.

Auspichiamo quindi un suo diretto interessamento anche attraverso tutte le autorità locali e nazionali preposte alla tutela della salute dei cittadini perché vengano controllate e interrotte tali attività criminose’. (Ecco il link per firmare la petizione: LINK)

Ad essere preoccupati per la grave situazione ambientale in cui versa la provincia di Foggia, anche tre pentastellati dauni: Rosa Barone, Giovanni Quarato e Mario Furore che, giorni fa, hanno denunciato la situazione dei roghi tossici che stanno infestando la nostra città.

La Capitanata sta diventando sempre più, a suo malgrado, una triste protagonista delle cronache nazionali. L’allarme rifiuti nel Basso Tavoliere è una vera e propria emergenza. L’ultimo l’episodio di sversamenti illeciti ha interessato l’agro di Deliceto, presso la discarica ex Agecos.

“Come nel caso specifico degli sversamenti in agro di Deliceto, si potrebbe pensare di interdire la possibilità di accedere alle gare per l’affidamento della gestione delle discariche a chi è stato incriminato per reati contro l’ambiente, seguendo la linea politica del cosiddetto ‘Daspo Ambientale’, una circostanza ampiamente rappresentata dal Ministro Costa nell’ambito del ddl ‘Terra Mia’, di prossima presentazione”, ha affermato Vianello.

E ha aggiunto: “Le Terre dei Fuochi italiane devono poter contare sulla forza di un presidio territoriale complessivo e costante, quindi di controlli stringenti e di misure di verifica dei territori che prevengano i rischi ambientali e sanitari. Non possiamo più permetterci di rincorrere le emergenze, nemmeno qui in Puglia”.“

Redazione

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