Economia

Regime forfettario per i professionisti, divieti meno rigidi

Buone notizie per i professionisti con Partita Iva, che possono rientrare all’interno del regime fiscale forfettario in maniera più semplice, grazie ai nuovi criteri meno rigidi. Chi per esempio ha già fatturato con Iva può tranquillamente cambiare il regime fiscale prescelto, con la possibilità di mettersi in regola entro fine anno.

Rientrare nel regime forfettario significa godere di alcuni innegabili vantaggi. Infatti, il professionista che si avvale di questo regime può evitare l’onere della ritenuta d’acconto. Gli altri contribuenti in possesso di Partita IVA che invece non godono di questo vantaggio devono continuare ad effettuare il calcolo ritenuta d’acconto che, come ricorda l’ottima risorsa realizzata da Fatture in Cloud, varia a seconda di una serie di elementi professionali e previdenziali, e pertanto è bene sempre comprendere come effettuare il calcolo di questo valore in modo corretto.

Il nuovo regime forfettario prevede in particolare una vantaggiosa tassa piatta al 15% (addirittura al 5% per i primi 5 anni per chi dà il via per la prima volta a una Start Up) e si può accedere a condizione che i ricavi non siano superiori a 65.000 euro l’anno.  Il contribuente che si avvale del regime forfettario è anche esente dall’Iva sulle fatture e non paga la ritenuta d’acconto, come già specificato.

Può godere di questo regime fiscale anche chi ha avuto un lavoro dipendente o una collaborazione negli ultimi due anni, basta che non emetta fatture, in particolare modo nei riguardi del datore di lavoro. Inoltre, per evitare di sfruttare la flat tax ai danni del Fisco, non è possibile aderire al regime forfettario nel caso in cui si gestiscano delle Srl, sia in maniera diretta sia indiretta.

È anche necessario che non si faccia parte di associazioni di alcun tipo o società di persone o imprese familiari. Questa tipologia di contribuenti dovrà infatti abbandonare la società entro fine d’anno, oppure decidere di avvalersi del regime fiscale ordinario.

Infine, a causa del ritardo nelle comunicazioni relative ai requisiti di accesso, l’Agenzia delle Entrate ha deliberato di consentire l’inclusione anche a chi ha già inviato i documenti fiscali con Iva, a condizione che emetta una nota di variazione IVA entro la prossima scadenza di pagamento, ovvero entro metà aprile.

Redazionale Commerciale

Leggi tutti gli articoli redazionali prodotti dal nostro staff e pubblicati sul nostro sito.

Articoli correlati

Pulsante per tornare all'inizio