Salute e Benessere

Alimentazione e Reflusso gastroesofageo: sintomi e cibi da evitare

La malattia da reflusso gastroesofageo (MRGE), chiamata anche con la sigla GERD (dall’inglese GastroEsophageal Reflux Disease), è caratterizzata dalla presenza in esofago di materiale refluito dallo stomaco.

La MRGE si può manifestare con una serie di sintomi cosiddetti “ tipici” quali il bruciore retrosternale (pirosi) da reflusso acido o con sintomi “atipici” quali tosse stizzosa, bruciore della gola (laringodinia/faringodinia), sensazione di nodo in gola, otalgia, necessità di schiarirsi ripetutamente la voce, sino ad arrivare a bronchiti ricorrenti, e quadri asmatiformi.

Quali sono i sintomi del reflusso gastroesofageo?

Due sono i principali sintomi della MRGE: pirosi e rigurgito. La pirosi è un bruciore che sale dallo stomaco o dalla parte bassa del torace fino alla gola. Questo sintomo ha la tendenza a comparire o a peggiorare in alcune condizioni particolari:

  • dopo un pasto
  • in seguito a sforzi fisici
  • durante il riposo notturno

Un altro sintomo tipico di MRGE è il rigurgito, che consiste nel ritorno in gola o in bocca di materiale acido o amaro. Anche il rigurgito, si manifesta, in genere, dopo pasti abbondanti, con la posizione supina o con la flessione del busto in avanti.

Dieta e stile di vita

Reflusso gastroesofageo e dieta sono, rispettivamente, una condizione e un comportamento di vita quotidiana che presentano un legame inscindibile, non soltanto a livello causale ma anche e soprattutto a livello terapeutico.

Le grandi abbuffate per frenare i morsi della fame dovuti a un digiuno prolungato, rappresentano, per le persone con reflusso gastroesofageo, una delle principali ragioni di comparsa della sintomatologia. 

Questa consequenzialità tra grandi abbuffate e fenomeno del reflusso gastrico spiega per quale motivo i medici raccomandino caldamente il consumo di pasti piccoli e frequenti: infatti, assumere quantità di cibo contenute e con una certa cadenza giornaliera evita di sovraccaricare eccessivamente lo stomaco, cadere in una situazione di digiuno e assumere più calorie di quelle che realmente servono all’organismo.

L’eccessiva presenza di grasso a livello addominale comporta una pressione intraddominale più elevata del normale. La presenza di una pressione intraddominale più alta del normale tende a influire sulla struttura e il funzionamento dello stomaco, in particolare del cardias; quest’ultimo, infatti, s’indebolisce dal punto di vista muscolare, divenendo meno efficace nel contenere i succhi gastrici nello stomaco, i quali, a questo punto, riescono con maggiore facilità a risalire in esofago.

Alla luce di ciò, è facilmente intuibile l’importanza che può avere, in un contesto di Reflusso Gastroesofageo e Obesità, un cambiamento dell’alimentazione, la quale dovrà mirare, prima, al raggiungimento e, poi, al mantenimento del peso forma (quindi dimagrimento e consolidamento del nuovo peso corporeo).

Cibi da evitare

Tra i nemici giurati di chi soffre di reflusso gastroesofageo rientrano gli intingoli e soprattutto gli alimenti ricchi di grassi (es: fritti, carni rosse, grasse, formaggi grassi, troppo olio ecc.); questi, infatti, permangono nello stomaco a lungo (perché richiedono molto tempo per la digestione), inducono un’ingente produzione di succhi gastrici (sempre per motivi legati alla digestione) e, infine, riducono il tono muscolare del cardias. 

Nella lista degli alimenti da evitare in presenza di malattia da reflusso gastroesofageo, rientrano: le bevande a base di caffeina (quindi caffè e tè), il cioccolato, la menta i pomodori crudi, i superalcolici, le bibite gassate, gli agrumi, la cipolla e le spezie come pepe, peperoncino, curry, noce moscata ecc..

A Cura di : dott.ssa Antonella Stallone biologa nutrizionista: https://www.stalloneantonellabionutrizionista.it/

Redazione

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