Economia

Recovery Fund, Emiliano: “Deve servire a incidere sul divario Nord-Sud”

Puglia – “Il Recovery Fund deve servire a incidere sul divario Nord-Sud. Non deve servire solo ad un immediato recupero di competitività del sistema di impresa del Nord per poi ricominciare questo sistema infernale che tiene l’Italia in serie B. Noi siamo in serie B perché la metà dell’equipaggio non ha i remi per vogare e per farlo, la Puglia ha pensato 15 anni fa di mettersi a fare sul serio. E vedo che anche molte altre regioni del sud fanno la stessa cosa, si stanno impegnando allo spasimo. E siamo in molte graduatorie in buona posizione”.

Lo ha detto il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, intervenuto online all’iniziativa di ascolto e di confronto “SUD – Progetti per ripartire” promossa dal ministro per il Sud e la Coesione territoriale, Mara Carfagna, con la partecipazione del Presidente del Consiglio Mario Draghi, in vista dell’elaborazione definitiva del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza e della definizione dell’accordo di partenariato 2021-2027.

“Basterebbe poco – ha aggiunto Emiliano – per riequilibrare definitivamente. Voi avete utilizzato una nozione di Don Luigi Sturzo, quella della questione meridionale come questione nazionale. Allora insistete su questa strada, provate a spiegare a chi pensa che l’unico sistema per far camminare l’Italia è investire sempre e comunque sul Nord, che invece anche gli investimenti al Sud refluiscono in gran parte sul sistema economico del Nord, riequilibrando lo sviluppo, la civiltà, i rapporti di genere, la giustizia, l’eguaglianza, tutti elementi che per un investitore estero sono molto più importanti dei break even.

Oggi ci sono talmente tanti soldi al mondo che qualche investitore può decidere di investire anche per un periodo in perdita, se ha la prospettiva di conseguire attraverso questo suo investimento, un valore duraturo. Allora il Sud sembra fatto apposta per realizzare questi obiettivi, e se il presidente Draghi, che ci ha veramente colpito con la sua presenza, riflettesse su questo, io penso che ne ritrarremmo una grande utilità.

Ho sentito parlare del progetto Taranto, della economia verde che ne deriva. In Puglia c’è l’ex Ilva. Però il progetto Ilva, nella sostanza, prevede la ricostruzione di una fabbrica con le tecnologie dell’Ottocento, a ciclo integrato, e io sono certo che l’Unione europea questi soldi non ce li darà per un progetto così. Non ci danno dei soldi per ricostruire il ciclo integrato. Abbiamo una occasione imperdibile, con questi fondi e con altri, che abbiamo disposizione, per fare di Taranto il polo della transizione energetica italiana. Noi possiamo fare il polo dell’idrogeno, perché lì c’è una serie di combinazioni, tutta una serie di possibilità industriali che possono cambiare la storia del Paese. Ad un impatto ambientale e di salute molto inferiore.

Attorno a questa idea di Mezzogiorno iper innovativo, noi possiamo realmente costruire la riscossa del Paese. Non c’è riscossa dell’Italia senza che l’orgoglio del Mezzogiorno rinasca in ciascuno di noi e anche in coloro che fino ad oggi ci hanno considerato solo una zavorra. Quando anche loro penseranno a noi come una opportunità, questo Paese avrà superato questo momento così difficile. Noi ci stiamo impegnando al massimo, in silenzio, lavorando duramente. Non accetteremo nessun tipo di mediazione che non consenta all’Italia, alla quale noi siamo legatissimi da un giuramento di fedeltà, di uscire dal caos nel quale è caduta, grazie al provincialismo di alcune idee economiche che hanno caratterizzato gli ultimi 30 anni”.

Redazione

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