
Sono passati dieci giorni da quando lo scorso 10 ottobre, presso il PalaSport Piccinelli di Rezzato (BS), il sanseverese Michele De Filippo si è confermato campione italiano dei pesi welter ma l’emozione è ancora viva negli occhi e nel cuore del pugile. “È davvero tanta” ammette a primo impatto il boxer pugliese che nell’evento targato Promo Boxe Italia, in diretta Nazionale Rai Sport, ha battuto per KO tecnico lo sfidante Antonio Licata dopo nove round.
È stato un match davvero appassionante dal primo all’ultimo round capace di tenere con il fiato sospeso davvero tutti. Ad un angolo c’era De Filippo detentore del titolo tricolore conquistato a dicembre 2024 contro il torinese Andrea Fontana (per KOT al quinto round) in un Palasport “Falcone e Borsellino” in visibilio che arrivava all’appuntamento con 12 vittorie in altrettanti incontri. Dall’altro Licata che vantava lo stesso ruolino di marcia (12 vittorie) ed era il detentore del titolo ad interim vinto in un incontro organizzato dalla Federazione durante il periodo d’infortunio di De Filippo che lo ha tenuto lontano dal ring per parecchi mesi.
Motivi che hanno reso l’incontro del Palasport di Rezzato davvero tanto atteso. Eppure a partire subito forte era stato proprio Licata (pugile della Ferrara Boxe) passato in vantaggio con un Knock Down in tasca. Nel finale però è De Filippo (tesserato con la pugilistica d’Abruzzo Pescara e guidato dal maestro Luigi Castiglione) a prevalere con maggior tenacia. Il pugile pugliese, infatti, si è preso la scena con un gran gancio destro che ha fatto calare il sipario sul match permettendogli di portarsi nuovamente a casa il titolo italiano dei pesi Welter 10×3.
Michele, che soddisfazione è essere campione dei pesi Welter?
Sono soddisfatto innanzitutto di aver conquistato il titolo italiano lo scorso dicembre a casa mia e di averlo ora riconfermato. Sono un peso welter, questo rende le cose più interessanti perché si tratta di una categoria dove occorre mettere in campo, intelligenza, tecnica e strategia. Se poi vinci con un ko tecnico, allora puoi davvero ritenerti soddisfatto.
Cosa significa per te essere campione italiano?
È un traguardo importante ma allo stesso tempo un punto di partenza. Essere detentori di un titolo significa doverlo poi difendere e quindi avere una responsabilità verso chi crede in te.
Un match lunghissimo terminato per ko al nono round: quanto è stato difficile?
Un match è sempre difficile sin dal primo round. Senti il peso di una responsabilità che è quella di restituire al tuo corpo tutta la fatica che ci hai messo. Non è stato difficile arrivare alla nona ripresa e vincere prima del limite, è stato difficile prepararsi e lavorare per questo risultato.
Dove pensi di aver vinto il match?
Nel momento in cui il mio avversario ha riconosciuto la mia forza interiore: è lì scatta il momento.
La dedica?
Dedico questo risultato in primis a mia mamma che mi ha sostenuto in tutta la preparazione, poi al mio team e ai ragazzi che mi hanno aiutato con un durissimo sparring nei lunghi allenamenti. Ringrazio anche tutte le persone che mi sono vicine con il cuore. E poi ringrazio chi non ha creduto in me affinché possano imparare a credere in qualcosa.
Quanto sognavi questo momento?
Un pugile lo sogna dal primo momento che indossa i guanti e io sono un pugile.
Quanti sacrifici ci sono dietro?
Tanti, troppi per poterli raccontare. Posso solo dire che quando decidi di prendere questa strada devi rinunciare a tante cose che contano.
Adesso quali saranno i prossimi obiettivi?
Uno dei primi obbiettivi era difendere il titolo e noi ci siamo riusciti. Sono dell’idea che il titolo è sempre di chi lo difende, mai di chi lo conquista. Da poco tempo sono rientrato nella mia terra a San Severo e mi sto allenando con il maestro Gino Castiglione con il quale ho tante cose in comune. Grazie a lui ho imparato che esiste solo una palestra, ovvero quella della vita. Sono sicuro che presto tornerò già sul ring non solo per una ulteriore difesa volontaria ma anche per avere una chance internazionale. Sarebbe bellissimo organizzare l’incontro qui a San Severo.