Prostituzione, un “mercato” che non chiude mai

L’auto rallenta, mette la freccia e accosta. Una donna si avvicina e dialoga con l’autista attraverso il finestrino abbassato. Poi sale in auto e la vettura si allontana. È quanto accade quasi tutti i giorni dell’anno nelle strade periferiche di Foggia, in particolare sulla statale 16, dalla rotonda di via Ascoli in poi. È la vita della prostituta di strada, quella che si mostra mezza nuda sulla strada, affianco a un fuoco improvvisato, a tutte le ore e a tutte le temperature. Non le trovi le feste comandate, perché in quei giorni i clienti – quasi sempre sposati e con figli – stanno in famiglia. Anche i camionisti, altri clienti abituali, non lavorano in quei giorni. Le donne non sono tutte giovanissime. Si trovano le diciottenni, ma anche donne di quasi cinquant’anni. Sono tutte rigorosamente straniere, quasi tutte provenienti dai paesi dell’Est e dall’Africa, in particolare dalla Nigeria. Tutte legate ad un protettore, riescono a guadagnare quasi mille euro al giorno. Il guadagno va dai 30 ai 60 euro a prestazione se si resta in macchina, si arriva a cento se si va in albergo o in un appartamento. Il guadagno – decurtata la cifra riservata – o pretesa – al pappone è tutta in nero. Ufficialmente queste donne sono tutte disoccupate o casalinghe. Per loro lo Stato non può nulla. La prostituzione non è illecita, anzi, rientra nelle attività economiche e non può esserne vietato l’esercizio se non da apposita legge statale. Lo ha stabilito la Corte di Cassazione, richiamando la giurisprudenza in materia della Corte di Giustizia dell’Unione e fissando precisi paletti al potere dei Comuni di vietare per regolamento la contrattazione della prestazione sulle strade. Per contrastare il fenomeno l’allora Commissario straordinario Marilisa Magno, nel maggio 2022, emanò una ordinanza che “vieta a chiunque l’attività di adescamento e meretricio, congiuntamente ai clienti se colti sul fatto”. L’ordinanza vieta l’uso di capi di abbigliamento che “manifestino in modo inequivocabile l’intenzione di adescare o esercitare l’attività di meretricio”, l’accensione di fuochi, gli atteggiamenti provocanti. Vietate altresì le “manovre pericolose o di intralcio alla circolazione stradale”. L’ordinanza non prevede solo divieti. “Per le vittime di violenza o di grave sfruttamento ovvero in stato di particolare disagio – è scritto – il Comune potrebbe avviarle a programmi di sostegno e reinserimento psicologico e sociale attivi sul territorio comunale per il loro recupero. L’ordinanza fissa anche l’importo delle multe da comminare: da un minimo di 50 euro fino a 500 anche per i clienti. Il provvedimento del Commissario è scaduto il 31 dicembre 2022.