Ottavia, un nuovo progetto per rendere Foggia una città migliore

Foggia – Dopo avervi parlato di sFoggia, un altro nuovissimo progetto attivo nel nostro territorio è Ottavia. Creato da un gruppo di ragazzi che sentivano forte la necessità di creare una rete attorno alle sentite problematiche della nostra città e di sensibilizzare gli animi, le menti di noi tutti (soprattutto le persone più indifferenti) su tematiche importanti.
Sui loro canali social infatti notiamo post nei quali si organizzano proteste pacifiche, si discute sui diritti degli studenti e del cittadino, sull’importanza dell’esistenza di spazi culturali che migliorino Foggia.

Proprio ieri è iniziata una serie di incontri promossi da Parcocittà per la IV Edizione della ‘Settimana dei Diritti‘ in collaborazione, tra i tanti, con Fondazione Monti Uniti, la Biblioteca Provinciale ‘Magna Capitana’, con il patrocinio del Comune di Foggia e in collaborazione con tante realtà socioculturali della nostra città tra cui Ottavia e anche i ragazzi di Sfoggia.
Tutti questi incontri si svolgeranno in totale sicurezza via diretta Facebook dalla pagina di Parcocittà fino al 25 Novembre in cui ci sarà un incontro-dibattito finale in occasione della Giornata mondiale per l’eliminazione della violenza contro le donne per discutere di violenza di genere e di un futuro migliore in cui questo fenomeno non si verifichi ulteriormente.
Ma adesso passiamo a coloro che hanno creato e che portano avanti questo progetto.

Come nasce il vostro gruppo e con esso la necessità di organizzare tutte le vostre iniziative?
MARIO CAGIANO, ALICE AMATORE E VITTORIO URBANO. Ottavia nasce, come tutti i progetti di successo, da un bisogno.
Il nostro era ritagliarci uno spazio astratto in cui potessimo sentirci liberi di esprimerci, confrontarci, pianificare, costruire un futuro possibile tra le strade disilluse della nostra città. Restare qui senza nasconderci dietro un dito è una scelta coraggiosa, una sfida quotidiana con una realtà che spesso ci delude e mortifica: trasformare la rabbia e l’indignazione in entusiasmo, cercare nuove prospettive, ripensare gli scenari, questa è la missione di Ottavia.
Utopisti o sognatori che ci vogliano chiamare, noi crediamo nelle potenzialità della terra in cui siamo nati e cresciuti, ma sappiamo anche che lo sviluppo economico, sociale e culturale di una città è un lavoro corale e collettivo, dinamico nel tempo, che si materializza in atti ufficiali di programmazione e in una sinergia propositiva tra tutti gli attori del territorio. Stimolare questa sinergia, costruire quella rete che sorregge la città invisibile di Calvino, risvegliare le coscienze, tornare a sperare.
Qual è la tematica di discussione che ritenete essenziale, attualmente, per il nostro territorio?
ROBERTA LEPORE. Attualmente nel nostro territorio è necessario continuare a tenere alta l’attenzione sulla lotta contro la mafia, questa piaga sociale che colpisce ogni strato della società foggiana in modo tale che ognuno di noi debba sentirsi responsabile e nel suo piccolo poter dare un contributo che porti ad un cambiamento.
In Ottavia è possibile respirare quest’aria di cambiamento, di novità, voglia di pensare in grande per questa città, lontano dal marcio che la circonda, sensibilizzando costantemente la comunità e in particolar modo i giovani mediante delle iniziative visibili in giro per la città o mediante, ad esempio, la richiesta di una commissione comunale antimafia. Ottavia, nel suo piccolo, è il cuore pulsante della lotta alla mafia, e tiene a far sì che la sua sconfitta sia la priorità di ognuno di noi.

Qual è stato il progetto più difficoltoso da realizzare e quello secondo voi più riuscito?
EMANUELE PIPOLI. Il progetto più difficile da realizzare è certamente quello legato a Masseria Pantano, iniziato prima della pandemia e che, a causa di ciò, ha avuto, e sta avendo, molti rallentamenti.
Masseria Pantano è ormai diventato simbolicamente uno dei punti cardine degli obiettivi di Ottavia; esso, infatti, racchiude i temi relativi alla riqualifica territoriale, culturale e sociale tanto cari al gruppo. Siamo riusciti a far parlare di Masseria Pantano nei canali TV e nei giornali locali e per noi è già un importante traguardo; abbiamo realizzato un sit-in, purtroppo in un numero molto limitato per rimanere nel rispetto delle regole anti-assembramento: sono tanti piccoli traguardi che ci auguriamo possano portare a vedere questo prezioso cimelio legato alla nostra città come una grande risorsa per noi giovani.
Vi hanno mai mosso accuse o siete mai stati vittime di pregiudizio da parte dell’opinione pubblica o delle istituzioni a causa delle vostre idee? Se sì, perché?
MICHELE LAURIOLA. Fin dalla sua prima attività, Ottavia ha ricevuto critiche ed accuse. Basta andare sotto i post di Facebook delle maggiori testate giornalistiche cittadine in cui figura Ottavia per leggere commenti negativi sul gruppo e sui membri che lo compongono.
Per fortuna sono molti di più i feedback positivi che abbiamo ricevuto in questo anno di attività e ciò ci spinge ad andare avanti: uno degli obiettivi principali di Ottavia è quello di sensibilizzare l’opinione pubblica al rispetto della città e dei cittadini, e vedere tanta gente che ci supporta ci fa capire che stiamo andando nella giusta direzione.
Quali sono gli obiettivi attuali e futuri sui quali vi state concentrando?
MARIO CAGIANO, ALICE AMATORE e VITTORIO URBANO. Attualmente stiamo portando avanti discorsi legati alla lotta alla mafia, dati i fatti di cronaca che ci circondano. Crediamo, però, che il gruppo Ottavia debba continuare a lavorare, in generale, contro ogni forma di violenza e logica di sopraffazione fisica e sociale: dalla lotta alla mafia al bullismo, passando per la violenza sulle donne e qualsiasi forma di discriminazione.
Continueremo a farlo unendo le forze attive di questo territorio e mettendo in atto le piccole azioni concrete che ci contraddistinguono.
Inoltre abbiamo in cantiere un format per la valorizzazione della cultura locale, sicuramente ci dedicheremo alle questioni ambientali (qualche giorno fa abbiamo iniziato a parlare di roghi tossici) e, più in là, credo che parleremo di tematiche legate allo sviluppo della città in senso pratico, come l’urbanistica.