Cultura

L’Archivio di Stato dovrà traslocare. Petizione al Ministro Sangiuliano per bloccare la decisione

Un patrimonio archivistico imponente con documenti risalenti al XII secolo; 15.000 opere a stampa, compresi 500 volumi antichi risalenti ai secoli XVI-XVIII. E’ il tesoro documentale custodito dall’Archivio di Stato di Foggia che, nelle prossime settimane dovrà traslocare per liberare la sede di palazzo Filiasi dove sorgerà un Museo nazionale. Un’operazione delicatissima che, una volta ultimata, non permetterà un’agevole fruizione al pubblico poiché gli spazi in cui l’archivio sarà allocato sono ristretti. Contro la decizione della Direzione generale archivi, è insorto un gruppo di associazioni culturali del territorio con una petizione online indirizzata alMinistro della Cultura Gennaro Sangiuliano e al Direttore generale degli Archivi del Ministero della Cultura, Antonio Tarasco, al Presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, al Presidente della Provincia di Foggia Giuseppe Nobiletti, alla Sindaca di Foggia Maria Aida Episcopo. Nella lettera le associazioni che riportiamo in elenco chiedono di riconsiderare la decisione assunta. Qui, il testo della petizione che è possibile sottoscrivere cliccando sul seguente link https://chng.it/mCjpdcXN

Le Associazioni Firmatarie della Lettera: Società Storia Patria per la Puglia, Istituto per la storia del Risorgimento italiano Sezione di Foggia, Italia nostra Sezione di Foggia, Amici del Museo di Foggia. Aderiscono a questa petizione: Centro Studi “Giuseppe Martella” di Peschici (Foggia), Auser Territoriale Foggia, Rivista “Diomede”.

Testo petizione

“Le Associazioni scriventi hanno appreso in questi giorni che, entro il 19 aprile prossimo, l’Archivio di Stato di Foggia dovrà lasciare definitivamente la sede di palazzo Filiasi in vista dei lavori di completamento del restauro dell’edificio destinato a ospitare un istituendo Museo nazionale.

Tale disposizione sembra chiudere per l’Archivio di Stato di Foggia una vicenda iniziata nel lontano 1988 con l’acquisizione di palazzo Filiasi da parte dell’allora Ministero per i Beni e le Attività Culturali e la destinazione dell’edificio a sede dell’Archivio medesimo. 

Naturalmente l’acquisizione del palazzo prevedeva l’avvio dei lavori di consolidamento, ma già dagli inizi degli anni Novanta la nuova sede favorì un notevole ampliamento delle attività istituzionali dell’Archivio e migliorò i servizi destinati alla cittadinanza.

I lavori di consolidamento sarebbero venuti dopo – dalla fine di quel decennio – con sacrifici anche notevoli per il personale impegnato, comunque, nei servizi al pubblico. 

Giova ricordare che i finanziamenti dei lavori di restauro previsti dalla Direzione Generale Archivi furono utilizzati con successo fino a quando l’Archivio poté gestire direttamente le procedure di appalto e esecuzione dei lavori con il supporto di tecnici della Direzione Generale.  Così nel 2007 si giunse al consolidamento dell’intero edificio e al completamento del piano terreno.  Quando, però, la gestione dei lavori passò all’allora Direzione regionale (e, quindi, al Segretariato regionale) della Puglia i finanziamenti dei lavori – pure previsti dalla Direzione Generale Archivi – non furono impiegati con altrettanta efficacia. 

Pare, perciò, un’ottima notizia che si giunga, finalmente, al completamento dei lavori di restauro anche per i piani superiori dell’edificio! 

Non si può, del resto, non accogliere con soddisfazione che si intenda istituire a Foggia un Museo Nazionale che valorizzi il ricchissimo patrimonio archeologico della Capitanata.

Stupisce, tuttavia, che la valorizzazione del patrimonio archeologico debba avvenire ai danni di uno degli Istituti culturali più antichi non solo della Puglia, ma anche dell’intero Mezzogiorno! 

Proprio per la specificità del patrimonio archivistico custodito, l’Archivio di Foggia cominciò la sua attività nel 1820, a poco più di un anno dalla promulgazione della legge borbonica sugli archivi del 12 dicembre 1818.

Certo la notizia dello spostamento degli uffici amministrativi e della biblioteca dal piano terreno di palazzo Filiasi potrebbe sembrare di poco conto per la collettività non solo locale. Nella storia culturale del nostro Paese non mancano episodi analoghi. Tra essi, per esempio, quello relativo all’Archivio di Stato di Firenze che nel 1988 lasciò i piani inferiori della fabbrica degli Uffizi. 

Il caso foggiano è, tuttavia, assai diverso. L’ Archivio di Stato di Firenze lasciava gli Uffizi per una sede nuova per esso appositamente realizzata. All’Archivio di Foggia si impone, invece, lo spostamento degli uffici e della biblioteca nelle altre sedi dell’Istituto senza fornire una possibile alternativa. Eppure la Direzione Generale Archivi certamente non ignora che l’Istituto foggiano ha i depositi di tutte le sedi stracolmi di documentazione a partire dal dodicesimo secolo e neanche che la sua biblioteca custodisce un patrimonio bibliografico di rilievo di circa 15.000 opere a stampa compresi 500 volumi antichi risalenti ai secoli XVI-XVIII. 

Non si tiene in alcun conto, poi, che tali opere sono state inserite nel progetto del Sistema Bibliografico Nazionale e, quindi, sono state messe a disposizione della collettività con cospicui investimenti economici. 

Non si considera neppure che vista la situazione attuale delle altre sedi dell’Archivio, spostare da palazzo Filiasi uffici e biblioteca rappresenterà per l’Istituto un’operazione tutt’altro che indolore. La riduzione degli spazi vitali, sommandosi a precedenti problematiche (non dipendenti dalla volontà del direttore e dei suoi collaboratori) finirà con il costituire un ulteriore ostacolo all’attività di conservazione e valorizzazione del patrimonio culturale affidato all’Istituto. Dopo oltre cinquant’anni di progressiva apertura dell’istituto alle richieste di un pubblico non solo specialistico, l’Archivio dovrà rinunciare alla promozione della conoscenza del patrimonio archivistico locale e tra esse, in primo luogo, all’attività didattica anche più elementare.

Il tutto a scapito di quella promozione del patrimonio culturale del territorio che si sostiene di voler arricchire con la creazione dei nuovi musei. 

Per tali ragioni le scriventi Associazioni chiedono al Ministero, che la S. V. rappresenta, di valutare la difficilissima situazione in cui l’Archivio di Stato di Foggia dovrà operare e auspicano che voglia riconsiderare le decisioni assunte, consentendo la permanenza della biblioteca e degli uffici amministrativi dell’Archivio nei locali attualmente occupati in palazzo Filiasi.  La coabitazione di due importanti Istituti del Ministero della Cultura nel palazzo al centro della città non sarebbe, certo, di nocumento al funzionamento di entrambi e potrebbe, anzi, favorire la valorizzazione del patrimonio culturale del territorio provinciale. 

Sperando nella considerazione della S. V. si porgono distinti saluti. 

Foggia 27 febbraio 2024 

Le Associazioni Firmatarie della Lettera: 

Società Storia Patria per la Puglia, Istituto per la storia del Risorgimento italiano Sezione di Foggia, Italia nostra Sezione di Foggia, Amici del Museo di Foggia.

Aderiscono a questa petizione 

Centro Studi “Giuseppe Martella” di Peschici (Foggia), Auser Territoriale Foggia, Rivista “Diomede”.