Cultura e territorio

La transumanza diventa patrimonio culturale dell’Unesco

La transumanza, la tradizionale pratica pastorale di migrazione stagionale del bestiame lungo i tratturi e verso condizioni climatiche migliori, è stata iscritta, all’unanimità, nella Lista Rappresentativa del Patrimonio culturale immateriale dell’Unesco.

È la terza volta, si legge in una nota del Mipaaf, dopo la pratica tradizionale della coltivazione della vite ad alberello della comunità di Pantelleria e l’arte dei muretti a secco, che viene attribuito questo prestigioso riconoscimento a una pratica rurale tradizionale.

Per transumanza si intende la migrazione stagionale delle greggi, delle mandrie e dei pastori che si spostano da pascoli situati in zone collinari o montane (nella stagione estiva) verso quelli in pianura, come il Tavoliere delle Puglie (nella stagione invernale), percorrendo i cosiddetti tratturi, larghi sentieri erbosi originatosi dal passaggio delle stesse greggi.

La transumanza, in Italia, prese le mosse principalmente tra l’Abruzzo e il Tavoliere, con diramazioni sia verso il Gargano che verso le Murge, passanto per il Molise. Questa antica usanza consisteva nel trasportare, “transumare”, appunto, gli animali dai monti abruzzesi e molisani, ai ricchi pascoli del Tavoliere e del Gargano.

L’economia legata alla transumanza era gestita da due specifiche istituzioni del Regno di Napoli: la Dogana della Mena delle pecore di Foggia e la Doganella d’Abruzzo. La Dogana ha inizialmente sede a Lucera e poi a Serracapriola, sede destinata però solo alla conta delle pecore. Nel 1468 si trasferisce poi a Foggia, in un edificio che si affaccia sulla piazza che ospita il pozzo di Federico II.

A Foggia ancora oggi vi sono tracce dell’antica usanza della transumanza. Si pensi al caratteristico Epitaffio, in dialetto foggiano u patàffie, poco distante dalla chiesa di Sant’Anna, in via Manzoni è un monumento molto antico, simbolo del cuore dei Quartieri Settecenteschi della nostra città.

All’inizio di via Manzoni (che una volta si chiamava via Epitaffio data la presenza del monumento), rappresenta il punto di incrocio tra i tra i due tratturi, l’uno proveniente da L’Aquila, l’altro da Celano, è legato quindi al fenomeno della transumanza e serviva ai pastori dell’Abruzzo come punto di riferimento per individuare la via del ritorno.

L’Italia da questo momento acquisisce il primato di iscrizioni in ambito rurale e agroalimentare, superando Turchia e Belgio. Dal Trentino ad Amatrice, dall’Irpinia alla nostra Puglia i luoghi-simbolici di questa antica pratica pastorale.

Grande la soddisfazione espressa dai ministri delle Politiche agricole Teresa Bellanova e dell’Ambiente, Sergio Costa per il parere favorevole espresso dai 24 Paesi durante il Comitato intergovernativo in corso a Bogotà, in Colombia.

Oggi la transumanza è ancora praticata soprattutto tra Molise, Abruzzo e Puglia, Lazio, Campania, e al Nord tra Italia e Austria nell’Alto Adige, in Lombardia, Valle d’Aosta, Sardegna e Veneto.

Redazione

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