“Io sono Franco”, a Parcocittà lo spettacolo su Franco Marcone

FOGGIA – Debutterà all’interno del cartellone di eventi di Foggia Estate 2024, giovedì 5 settembre 2024, alle ore 21 a Parcocittà, Io sono Franco, storia di Franco Marcone, un uomo normale, l’ultimo lavoro teatrale dell’attore di cinema e teatro Franco Ferrante in collaborazione con il Teatro dei Limoni, con il contributo del Comune di Foggia e della Fondazione Monti Uniti di Foggia.
La storia di Franco è la storia di un uomo che ha nel nome un destino: l’onestà.
Franco ha il ‘vizio’ di riparare le cose, di farle funzionare. Franco è un uomo normale e di normale ha la vita, la famiglia, il lavoro. Fino a quell’ultimo giorno di marzo, quando, costretto a lasciare tutto, alla debita distanza, rileggerà sotto una nuova luce la sua città, i suoi amici, la sua infanzia, i suoi ragazzi, sua moglie, sua madre, suo padre, soprattutto. Guardandoli si renderà conto che non cambierebbe nulla di quello che ha fatto, rifarebbe tutto proprio così.
La storia di Franco nel monologo con la regia e l’interpretazione di Franco Ferrante è la storia liberamente ispirata alla vita di Francesco Marcone, Franco per la sua famiglia e gli amici. Nato a Foggia nel 1937, era un alto funzionario del Ministero delle Finanze, dirigeva l’Ufficio del Registro di Foggia. Venne ucciso, nel portone della sua abitazione, il 31 marzo del 1995, dopo aver effettuato una serie di segnalazioni e denunce attinenti al suo ruolo, l’ultima delle quali inviata alla Procura della Repubblica di Foggia nove giorni prima di essere ucciso. Oggi conosciamo solo una parte della verità giudiziaria sull’omicidio. Francesco Marcone è stato riconosciuto “Vittima del Dovere” ed equiparata a Vittima innocente di criminalità organizzata di stampo mafioso.
L’intento dello spettacolo è quello di ricercare nelle parole e nei ricordi di chi ha conosciuto e amato Franco i limiti e i dissidi che lo hanno reso imperfetto e perciò autentico, originale come ciascuno di noi può essere ed è.
La storia di un uomo normale diventa più forte della vicenda che lo ha reso noto, in quanto umano, vivo e vivente, tanto nel ricordo dei suoi figli Paolo e Daniela, quanto in chi lo conoscerà e lo scoprirà attraverso il racconto drammaturgico e l’azione scenica al fine di svelare il bene occultato dal male.
