Sociale

In carcere un podcast sulla Costituzione: a Foggia i detenuti diventano voce di cittadinanza attiva

Il progetto è stato segnalato dalla Casa Circondariale di Foggia al Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria come buona pratica

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La Costituzione italiana come bussola per rileggere la vita, le cadute e le possibilità di riscatto. È questo il cuore di “Parole in ascolto – Storie di carcere, cittadinanza e legalità”, il progetto che prende forma presso la Casa Circondariale di Foggia e che intende rendere i ristretti protagonisti di un dialogo autentico con la comunità.           

L’iniziativa – promossa dal CSV Foggia, in collaborazione con don Fernando Escobar della Comunità di Sant’Egidio – sarà curata dalla giornalista e volontaria Annalisa Graziano.    

Il percorso, che interesserà sia i reparti maschili sia quello femminile dell’istituto penitenziario, ha preso avvio con un primo gruppo di dieci detenuti con condanne medio-lunghe, che hanno accolto con motivazione l’opportunità di partecipare.

Le attività sono partite da un inquadramento storico sulla nascita della Carta, accompagnato dalla lettura della “Lettera alla Costituzione” del Cardinale Matteo Zuppi e dalla riflessione sul “vangelo laico” di don Lorenzo Milani.         

L’iniziativa progettuale, partendo dagli articoli della Carta costituzionale, guiderà i partecipanti a confrontarsi sui grandi temi dell’attualità: dignità e uguaglianza, libertà di espressione, lavoro come diritto e opportunità, pena come occasione di rieducazione, cultura e istruzione come strumenti di libertà. Tutto questo confluirà in un ciclo di podcast originali, registrati direttamente in carcere e destinati a circolare all’esterno, attraverso piattaforme digitali e percorsi educativi rivolti in particolare alle scuole e ai giovani.

“Il volontariato – spiega Annalisa Graziano – è un atto di cittadinanza che rigenera legami sociali. Portare la Costituzione in carcere e restituire alla società riflessioni autentiche significa riaffermare la dignità di ogni persona e il senso stesso della comunità. Dare voce alle persone detenute non è solo un gesto di apertura, ma un modo concreto per costruire un senso civico più solido e una responsabilità condivisa che riguarda tutti noi. Anche nelle situazioni di maggiore fragilità possono germogliare bellezza, responsabilità e partecipazione civile. I partecipanti sono entusiasti”.

Un obiettivo riaffermato dal CSV Foggia, che parteciperà all’iniziativa anche con il direttore Roberto Lavanna. “Il progetto – sottolineano dal Centro di Servizio al Volontariato – nasce dalla convinzione che la giustizia rigenerativa e la cultura della corresponsabilità siano strumenti fondamentali per rafforzare il tessuto sociale. Creare spazi di ascolto, parola e confronto dentro il carcere non è solo un’opportunità per i detenuti, ma un’occasione di crescita per l’intera comunità esterna, chiamata a superare pregiudizi e a riconoscere il valore di percorsi di riparazione e rinascita. Per la riuscita di questa iniziativa desideriamo rivolgere un sincero ringraziamento alla Direzione della Casa Circondariale di Foggia, all’Area trattamentale e alla Polizia Penitenziaria, che hanno accolto il progetto con entusiasmo”. 

Il percorso progettuale è stato segnalato dalla Casa Circondariale di Foggia al Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria come best practice, capace di coniugare legalità, memoria civile e reinserimento sociale.

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