Ibis eremita innamorato della Capitanata: è tornato per la terza volta

Avvistato per la prima volta nel 2016, l’animale è stato monitorato con la tecnica del “live tracking” (trasmettitore GPS): ha visitato la Capitanata altre due volte (nel 2017 e nel 2018); l’area garganica ha rilevanza internazionale per la biodiversità. Il territorio scelto ancora una volta dalla natura
Non si avevano sue notizie dallo scorso anno ma il raro esemplare di Ibis eremita (Geronticus eremita Linnaeus, 1758) è tornato a visitare la Capitanata per la terza volta; la sua prima visita risale al 2016, quando l’esemplare decise di trascorrere l’estate in Provincia di Foggia: da allora è stato dotato di un trasmettitore GPS (live tracking) ma i ricercatori austriaci del Waldrapp Team, supportati dal Centro Studi Naturalistici Onlus, decisero di catturarlo e riportarlo ad Orbetello per evitare il forte rischio di bracconaggio che insiste sul Gargano.

Sacro nell’antico Egitto ma adesso è a rischio
L’ibis eremita viene considerato un uccello sacro in numerose culture, in primis da quella egizia; il simbolo “ahk”, raffigurante proprio un Ibis eremita, significa “risplendere” (sicuramente per via dei riflessi metallici del suo piumaggio). L’Ibis era adorato come la reincarnazione di Thoth, lo scriba degli dèi.
Questa specie era un tempo molto diffusa in numerose zone rocciose, sulle scogliere dell’Europa meridionale, Medio Oriente e Nordafrica ma – dall’inizio del XX secolo – la popolazione di Ibis ha subito un calo drastico pari al 98% dovuto a diversi fattori, come la caccia di frodo, ma anche la distruzione dell’habitat per far posto ad allevamenti e piantagioni di tipo intensivo, l’utilizzo di fitofarmaci, il disturbo delle rotte migratorie e delle colonie riproduttive a causa dell’eccessiva antropizzazione. Oggi l’Ibis eremita è scomparso dalla maggior parte dell’habitat originario e allo stato selvatico ne rimangono solo poche colonie isolate in Marocco e Siria.

Un “errore” ma di quelli belli!
Quello che ha portato questo Ibis qui, due anni fa, è stato un “errore”: la reale rotta da Orbetello (punto di partenza) doveva essere verso nord, ma solo questo esemplare “erroneamente” ha deciso di andare a Sud. E se la prima volta si è trattato di un “errore”, la seconda e la terza possono considerarsi “scelte”.

Passaparola… ce ne sono due!
Lo staff del Centro Studi Naturalistici – in collaborazione con il Waldrapp Team (che sta curando il progetto di reintroduzione,finanziato dalla CE nell’ambito del programma LIFE + con l’obiettivo dei ricreare una popolazione selvatica della specie) – ha annunciato la presenza di un secondo esemplare dal nome “Bianca”, segnalato grazie al suo GPS.
Sono vari i progetti di conversazione per ripopolare la specie selvatica, il cui rischio di estinzione è elevato, con esemplari nati in cattività, abituati anche al volo della migrazione attraverso l’uso di una guida umana a bordo di veicoli aerei ultraleggeri. Una piccola colonia di questi animali migra dall’Austria per svernare in Italia, presso la Laguna di Orbetello. Con la loro presenza i due esemplari confermano l’indicazione naturale della vocazionalità del nostro territorio per questa specie.