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Fucacoste: ecco il vero significato della magica festa ad Orsara di Puglia

Orsara di Puglia – Ogni anno, il 1 novembre, il borgo di Orsara diventa magico, si respira un’aria molto suggestiva. Il motico? La meravigliosa e antica Festa dei Fucacoste.

Più precisamente il nome della ricorrenza che, ogni anno, porta a Orsara di Puglia migliaia di persone è Fucacoste e Cocce Priatorje” e significa ‘falò e teste del Purgatorio’: i primi illuminano il paese, le seconde lo decorano con centinaia di zucche intagliate in modo da raffigurare sembianze umane e accogliere al loro interno dei lumini.

L’effetto combinato delle due cose, insieme alla tradizionale usanza di allestire grandi tavolate all’esterno delle abitazioni per condividere il cibo e ottimo vino locale, rende il 1 novembre orsarese una delle ricorrenze più suggestive, coinvolgenti e partecipate di tutta Italia (negli ultimi 10 anni, a Orsara sono arrivate oltre 200mila persone).

Guai a chiamarlo Halloween. I Fucacoste sono una ricorrenza che si allontana di gran lunga dalla nota festa paurosa di Halloween: non ci sono scheletri nè il caratteristico “dolcetto-scherzetto”. I Fucacoste sono un momento di grande condivisione e soprattutto di ricordo dedicato a chi non c’è più.

La giornata del 1 novembre è una grandissima festa in ogni angolo del borgo foggiano. Alle ore 18, davanti alla Fontana dell’Angelo, vengono esposte le “cocce priatorje”, le teste arancioni e verdi del Purgatorio, illuminate al loro interno dai lumini. Alle ore 19, invece, arriva il grande momento, quello atteso da tutti: l’accensione dei falò in tutto il paese.

Nelle ore serali i paesani si riversano i strada condividendo con i turisti prelibatezze enogastronomiche e piatti tipici della tradizione orsarese (pancotto, orecchiette, carni alla brace, grano cotto e caldarroste), mentre giocolieri e mangiafuoco animano le piazze attendendo la mezzanotte per la processione della confraternita degli incappucciati bianchi che, dalla fine del XVIII secolo si fa strada verso la Chiesa dei Morti accompagnandosi con le teste-lanterna come simbolo delle anime dei defunti.

Il significato della festa di Orsara

Un tempo, tra le viuzze del borgo orsarese, davanti a ogni uscio delle abitazioni, si usava porre dell’olio in una bacinella piena d’acqua sormontata da un treppiede con una lampada: alla fioca luce della candela, si poteva assistere, secondo i vecchietti, alla sfilata delle anime del Purgatorio.

Ad Orsara è diffusa la credenza secondo cui le anime dei defunti, tornando fra i vivi, facciano visita ai parenti e tornino, quindi, alle dimore dove avevano vissuto, si riscaldino e continuino il loro peregrinare per tutta la notte, tra le vie del paese.

La luce che si pone all’interno della zucca, sempre secondo la credenza, serve ad indicare ai defunti il giusto cammino per ritrovare la propria abitazione.

“Oggi la tradizione è ancora viva, anima il paesegià da giorni prima attraverso la raccolta di legna e ginestre che rendono i fuochi scoppiettanti, delle zucche da intagliare e la preparazione della Muscitaglija il dolce tipico fatto con il grano bollito e condito con noci e vincotto”, ci dicono dei ragazzi di Orsara quando chiediamo loro se il vero significato dell’antica festa viene ancora rispettato.

E aggiungono: “Il vero spirito dei Fucacoste va ricercato tra i vicoli, tra le stradine secondarie, nei luoghi appartati dove le zucche-lanterne e le braci che restano dopo i falò, solitarie e silenziose, aspettano le anime del Purgatorio per riscaldarsi dal freddo della morte e trovare la luce della pace”.