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Tratturo Magno, tra L’Aquila e Foggia il più importante e lungo dei tratturi italiani

Foggia – Sapevate che tra L’Aquila e Foggia si estende il più lungo dei tratturi d’Italia? Ebbene è proprio così, stiamo parlando del Tratturo Magno.

Il regio tratturo L’Aquila-Foggia, conosciuto anche come tratturo del Re o tratturo Magno, con i suoi 244 km è il più lungo e il più importante tratturo italiano.

Fino a cinquanta anni fa questi importante tratturo era attraversato ogni anno da tantissimi pastori che conducevano le greggi dalla pianura pugliese alla montagna aquilana e viceversa. L’antico regio tratturo collegava, infatti, la Basilica di Collemaggio alle pianure foggiane.

Il fenomeno della transumanza ha origini antichissime e la sua tradizione si perde nella notte dei tempi. Ancora oggi lungo questo antico percorso che attraverrsa due regioni si possono osservare piccole chiesette tratturali che i pastori utilizzavano per riparari dalle intemperie.

I segni lasciati dalla transumanza sono tantissimi e sono presenti anche nello stesso capuologo dauno. Ma vediamo nel dettaglio a cosa ci riferiamo quando parliamo di transumanza.

Per transumanza si intende la migrazione stagionale delle greggi, delle mandrie e dei pastori che si spostano da pascoli situati in zone collinari o montane (nella stagione estiva) verso quelli in pianura, come il Tavoliere delle Puglie (nella stagione invernale), percorrendo i cosiddetti tratturi, larghi sentieri erbosi originatosi dal passaggio delle stesse greggi.

La transumanza, in Italia, prese le mosse principalmente tra l’Abruzzo e il Tavoliere, con diramazioni sia verso il Gargano che verso le Murge, passanto per il Molise. Questa antica usanza consisteva nel trasportare, “transumare”, appunto, gli animali dai monti abruzzesi e molisani, ai ricchi pascoli del Tavoliere e del Gargano.

L’economia legata alla transumanza era gestita da due specifiche istituzioni del Regno di Napoli: la Dogana della Mena delle pecore di Foggia e la Doganella d’Abruzzo. La Dogana ha inizialmente sede a Lucera e poi a Serracapriola, sede destinata però solo alla conta delle pecore. Nel 1468 si trasferisce poi a Foggia, in un edificio che si affaccia sulla piazza che ospita il pozzo di Federico II.

A Foggia ancora oggi vi sono tracce dell’antica usanza della transumanza. Si pensi al caratteristico Epitaffio, in dialetto foggiano u patàffie, poco distante dalla chiesa di Sant’Anna, in via Manzoni è un monumento molto antico, simbolo del cuore dei Quartieri Settecenteschi della nostra città.

All’inizio di via Manzoni (che una volta si chiamava via Epitaffio data la presenza del monumento), rappresenta il punto di incrocio tra i tra i due tratturi, l’uno proveniente da L’Aquila, l’altro da Celano, è legato quindi al fenomeno della transumanza e serviva ai pastori dell’Abruzzo come punto di riferimento per individuare la via del ritorno.

Redazione

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