La cultura a Foggia, viaggio tra i teatri più famosi del capoluogo dauno
Foggia – La quarantena non è ancora conclusa, ma è questione di tempo e potremo finalmente tutti iniziare gradualmente il ritorno alla vita di tutti i giorni, sempre con le dovute precauzioni e protezioni.
Nel frattempo, risulta a molti pressoché difficoltoso o noioso alcune volte stare in casa e allora oggi abbiamo pensato di provare a condurvi col pensiero in un viaggio per esplorare e conoscere le storie dei teatri più importanti di Foggia.
Partiremo proprio dal cuore del nostro centro storico parlando del Teatro Umberto Giordano.
Il nostro teatro comunale ha radici antichissime: l’idea di proporre la sua costruzione nasce nella prima metà del 700, quando Foggia era un centro amministrativo del Regno di Napoli e perciò era inevitabilmente caratterizzata da intensi scambi commerciali e da forti interessi dei privati nell’investire per l’apertura delle prime sale teatrali.
Sarà durante il periodo del dominio francese che prenderà la gestione delle costruzioni dei luoghi di cultura l’Amministrazione dell’Intendenza di Capitanata.
Quest’ultima si occupò della realizzazione del teatro che ora conosciamo come Umberto Giordano, il più antico teatro funzionante in Puglia.
L’intenzione era quella di realizzare un teatro ai livelli del San Carlo di Napoli e questa verrà resa possibile grazie a un ingegnere della Provincia: Luigi Oberty. Dopo tre anni di lavoro, verrà inaugurato il Real Teatro Ferdinando nel 1828.
Nel 1859 verrà sospesa temporaneamente l’attività del teatro che verrà ripresa nel 1860 sotto il governo borbonico, ecco perché venne cambiato nome al teatro in Dauno.
Nel 1868 il Giordano/Dauno verrà chiuso per inagibilità, in seguito al graduale abbassamento della qualità delle opere rappresentate.
Tra la fine dell’Ottocento e gli inizi del Novecento sarà proprio grazie ai crescenti interessi letterari dovuti alla belle èpoque, insieme alla voglia di vedere rappresentato il dramma napoletano, che rinascerà il teatro con il nome che tutti conosciamo oggi (precisamente nel 1928).
Il nome è ovviamente un tributo al celebre musicista foggiano che riuscì ad affermarsi come uno dei più importanti compositori della sua epoca.
Il rapporto tra Umberto Giordano e Foggia fu molto travagliato poiché il pubblico non apprezzava appieno il suo lavoro e allora lui porterà per anni tutte le sue opere in tutta Europa dove verrà riconosciuto finalmente il suo talento. Egli non si esibirà più nella nostra città e trascorrerà gli ultimi anni della sua vita a Milano.
Da non dimenticare le sue opere più importanti che danno oltretutto il nome alle statue presenti a Piazza Umberto Giordano realizzate dallo scultore veneziano Vio Romano durante la seconda metà del ‘900, come: Andrea Chènier, Fedora, Il Re, Marcella, La Cena delle Beffe, Siberia, Mese Mariano.
Le vicissitudini del teatro però non finiscono qui: agli inizi degli anni ’40, la presenza di diverse sale cineteatrali, di un auditorium e di un’arena provvisoria estiva danno inizio a una crisi inarrestabile dell’attività teatrale.
La situazione non migliora successivamente e, tra la fine della guerra e il 1950, il Giordano, già gravemente danneggiato dai bombardamenti del 1943, dovrà affrontare il suo periodo peggiore. Alla fine degli anni ’50 si pensò addirittura di abbatterlo, ma fu un’idea fortunatamente scartata.
All’inizio degli anni ’60 il teatro finalmente rinasce e torna a ospitare artisti, teatrali e musicali, di spicco: dalle rinomate compagnie della famiglia De Filippo a mostri sacri come Anna Magnani, Nino Taranto, Salvo Randone, Walter Chiari, Paolo Panelli, Gino Bramieri, Salvatore Accardo, fino all’Orchestra Sinfonica Nazionale della RAI.
Questa rinascita si svolse all’insegna della polivalenza, ospitando non solo opere teatrali, ma mostre d’arte, sfilate e saggi di danza o concerti, oltre che conferenze culturali, congressi politici e cerimonie ufficiali.
Nel 1982 il teatro viene completamente restaurato e il foyer venne rinominato Sala Fedora, in onore al grande melodramma giordaniano. Ma nel 2006, per vari motivi strutturali, cessa di nuovo l’attività fino al 2014, anno in cui il Giordano, dopo otto lunghi anni di assenza, tornò ad essere il l’istituzione culturale per eccellenza a Foggia.
Il 10 dicembre di quell’anno il Teatro Comunale Umberto Giordano riaprì con il concerto dell’Orchestra Giovanile Luigi Cherubini, diretta dal grande M° Riccardo Muti.
Dal cento storico dobbiamo spostarci poco lontano, precisamente in Vico Cutino, dove troviamo il Teatro del Fuoco. Il nome della struttura deriva dal fatto che, più di trent’anni fa, lì risiedeva un presidio dei Vigili del Fuoco.
L’edificio cesserà di ospitare questo presidio quando venne acquisito dall’Amministrazione Provinciale negli anni ’80, ma tutt’ora conserva esteriormente il ricordo della precedente attività e lo notiamo nello stemma del Corpo, incastonato in una parete, e nella “torre di addestramento”. Venne realizzata al suo interno una rimessa per automezzi delle manutenzioni stradali.
Nel 1999 venne convertito in via sperimentale, per la prima volta, a edificio culturale, abbozzando una sala da musica e da teatro. Dopo circa due anni di attività artistica, l’Amministrazione Provinciale prende atto che l’idea è valida ma va perfezionata.
Perciò si decise di intervenire su due fronti: strutturale e gestionale. Per quanto riguarda il primo, venne coinvolta un’azienda leader nel settore, la “Decima srl”.
Insieme all’Ufficio Tecnico dell’Amministrazione Provinciale vennero ridisegnati gli spazi e venne anche arredata la sala principale migliorandola dal punto di vista acustico ed estetico con l’installazione di impianti luci, audio, video e scenotecnici tra i più moderni in Italia. Venne costruita successivamente una falegnameria-attrezzeria per la realizzazione di una seconda sala-anfiteatro, adiacente, con servizi indipendenti.
Il 20 maggio 2003 il Teatro del Fuoco venne inaugurato, ospitando con successo, nella sua prima serata, l’opera lirica La Traviata di Giuseppe Verdi. Da lì in poi ospiterà ogni genere di spettacolo e di espressione culturale: prosa, danza, sinfonica, lirica, musica leggera, gospel, eventi religiosi, convegnistica, manifestazioni cinematografiche e televisive, laboratori di recitazione e canto.
Inoltre ha ospitato molti tra i più grandi nomi del panorama artistico nazionale ed internazionale, tra cui: Nicola Piovani, Arnoldo Foà, Nando Gazzolo, Maria Inversi, Raffaele Paganini, Odin Teatret di Eugenio Barba, Stefano Bollani, Steve Grossman, Ottavia Piccolo, Compagnia Carlo Colla.
Dal centro storico ci allontaniamo di molto, verso le vicinanze della Villa Comunale dove risiede il Teatro Mediterraneo che ha fatto parte sicuramente della vita di molti di noi. Venne inaugurato nel 1995, grazie all’amministrazione Agostinacchio.
Il Teatro Mediterraneo purtroppo rientrava nell’elenco di quelle opere pubbliche finanziate negli anni ’70 e rimaste incompiute. Nonostante ciò, vennero comunque fatti numerosi concerti.
Negli ultimi anni di attività però la programmazione stentò ad essere continuativa sia per problematiche tecniche legate, sia per i limiti dell’impianto acustico, oltre al mancato adeguamento alle norme di sicurezza (come l’assenza di un sistema antincendio): tutti elementi che ne hanno portato poi alla chiusura nel 2010.
Nel 2011 l’assessorato ai lavori pubblici approvò una determina dirigenziale per i lavori di ripristino dei danni procurati da alcuni vandali: lavori affidati all’impresa Ficelo Luigi che, nel corso dell’intervento, subì furti e danneggiamenti e il progetto venne abbandonato.
L’anno successivo, dopo sopralluoghi e sgomberi, l’allora amministrazione comunale propose un progetto per ristrutturarlo al costo di 400.000 euro, ma le risorse non erano sufficienti.
Le aspettative erano di darlo in gestione a privati, per un periodo di 10-15 anni, attraverso un bando che prevedeva l’aggiudicazione sulla base di criteri specifici tra i quali le eventuali migliorie che sarebbero state apportate al progetto di ristrutturazione del Comune, parte integrante della proposta di gestione: un modo per dimezzare i costi di ristrutturazione e manutenzione ordinaria che, contrariamente, sarebbero gravati interamente sulle casse comunali.
Nonostante queste grandi promesse, non venne fatto nulla. Nel Marzo del 2013, Fabio e Mingo di Striscia La Notizia, consegnarono un provolone a forma di teschio all’allora sindaco Gianni Mongelli definendo tutta la situazione “una tragedia tutta all’italiana”.
Nel servizio venne evidenziato “l’utilizzo di 4 milioni di euro per il restauro (la cifra fa riferimento all’importo speso in lire negli anni ’90 e convertito in euro) di un teatro ancora chiuso”.
“L’unico spettacolo che è andato in scena è lo spreco di denaro pubblico”, aggiunsero nel servizio.
Nell’Agosto del 2016 l’assessore alla Cultura di Foggia, Anna Paola Giuliani, in occasione della presentazione del mini ciclo di eventi “Orgogliosi della nostra terra” annunciò l’inizio in tempi brevi di lavori di ristrutturazione del Teatro Mediterraneo che avrebbero permesso la “riattivazione” esso.
Il dirigente Carlo Dicesare precisò che giunse un’offerta dell’ingegnere foggiano Marcello Salvatori che proponeva l’intervento di riqualificazione del teatro a fronte della concessione di gestione della durata di 25 anni.
Il nostro viaggio si conclude qui, con la speranza di avervi intrattenuto e fatto ricordare i felici momenti che avete vissuto in uno di questi teatri.
Fonti: teatrogiordano.it – teatrofoggia.wordpress.com – statoquotidiano.it