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“Ho pensato di morire”, Stefania aggredita per aver chiesto di indossare la mascherina

Foggia – “Sono caduta per terra stordita e non ho capito più nulla. So soltanto che questa persona non ha smesso un attimo di pestarmi colpendo più volte il volto e altre parti del corpo.

Ho pensato di morire, ero in balia della violenza e dei pugni che a raffica mi dava. Non so se siano passati 30 secondi o 3 minuti. Sono certa che se avesse avuto in mano un coltello mi avrebbe sfregiata”.

Un racconto che mette i brividi quello di Stefania Buonpensiero, operatrice sanitaria aggredita a Foggia dopo aver chiesto di indossare la mascherina ad un uomo di colore nel patronato della Cgil di Foggia.

Una richiesta che ha provocato l’ira e la violenza di un cittadino originario del Mali, l’aggressore, che si è scagliato contro la donna con pugni e schiaffi.

La storia di Stefania è stata raccontata in diretta a Mattino Cinque, condivisa da diverse testate locali e nazionali come Libero scatenando lo sdegno di diverse personalità pubbliche e politiche.

Il volto di Stefania con i segni della violenza subita sta facendo il giro del web raccogliendo non pochi commenti di rabbia. Quello che è successo all’operaritrice foggiana di 51 anni è da condannare a gran voce.

Ecco la ricostruzione di quanto avvenuto. Stefania si trovava in fila in attesa del proprio turno per sbrigare alcune incombenze, aveva chiesto alla persona che le stava immediatamente avanti, di calzare correttamente la mascherina, che teneva appesa sotto la bocca, facendo presente che, oltre che previsto dalla legge, era una doverosa forma di protezione, trovandosi tutti in un luogo affollato e chiuso.

L’inaspettata, violenta, reazione del soggetto ha sconcertato e spaventato tutti i presenti: l’uomo, un 36enne proveniente dal Mali, infatti, senza proferire parola ha colpito con un pugno in pieno volto la donna, facendola cadere a terra, per poi continuare a bersagliarle il corpo a calci, il tutto mentre la insultava urlandole ogni tipo di offesa.

Solo l’immediato intervento dell’addetto alla sicurezza dell’ufficio ha impedito che l’aggressione potesse avere conseguenze ancora più gravi, e non poca fatica ha dovuto fare la guardia giurata per riuscire ad immobilizzare l’esagitato, fisicamente assai robusto.

Nutrita la folla che, al momento di portare il fermato in caserma, si è assiepata attorno all’auto di servizio dei Carabinieri, urlandogli contro tutta la rabbia per un gesto tanto vile quanto incomprensibile.

Il Magistrato di Turno della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Foggia, subito informato di quanto avvenuto e delle testimonianze acquisite, ha quindi disposto l’immediato arresto del responsabile, che, al termine della redazione degli atti, è stato quindi condotto in carcere.

Lo stesso PM, poi, nel richiedere al Tribunale di Foggia, in sede di rito direttissimo, la convalida dell’avvenuto arresto, ha anche richiesto, ed ottenuto, l’emissione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti del maliano, evidenziandone la pericolosità, dimostrata dalla spropositata violenza, gravemente caratterizzata dai futili motivi.

Il provvedimento restrittivo, così fortemente voluto dalla Procura e notificato presso il carcere di Foggia, assicurerà quindi che l’extracomunitario, senza fissa dimora, privo di permesso di soggiorno e già noto alle Forze dell’ordine, non possa sottrarsi alle proprie responsabilità, sia di fronte alla propria vittima che all’intera comunità.

La povera signora, invece, che nelle fasi dell’aggressione aveva avuto anche una momentanea perdita di coscienza, è stata poi riscontrata affetta da un trauma cranico, dalla rottura del setto nasale e da diverse ferite lacero contuse alla regione frontale, oltre che da escoriazioni multiple, e, giudicata guaribile in  30 giorni, è stata comunque trattenuta in ricovero in osservazione e per ulteriori accertamenti.

Fonte: liberoquotidiano.it

Redazione

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