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Foggia, operatrice sanitaria aggredita dopo rimprovero sulla mascherina: resta in carcere 36enne

Foggia – Rimane in carcere il 36enne originario del Mali arrestato alcuni giorni fa dopo aver aggredito una signora a Foggia. A scatenare la violenta aggressione il rimprovero da parte della donna che gli aveva chiesto di indossare la mascherina.

Il grave fatto, che aveva immediatamente suscitato sconcerto e indignazione, risale ad alcuni giorni fa, precisamente a martedi scorso.

Era circa metà della mattinata di martedi 8 u.s. quando la Centrale Operativa del Comando Provinciale dei Carabinieri aveva ricevuto alcune telefonate da parte di cittadini che, in modo estremamente concitato, chiedevano un immediato intervento presso la sede cittadina della C.G.I.L., dove “un energumeno aveva aggredito e brutalmente picchiato una signora”.

La pattuglia del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia, tempestivamente arrivata negli uffici di via della Repubblica, è stata raggiunta da un addetto alla sicurezza che, avendo assistito all’aggressione, era intervenuta bloccando l’aggressore, che veniva quindi affidato ai militari. Contemporaneamente era giunta sul posto anche un’ambulanza del 118, che, dopo le prime cure in loco, aveva trasportato la malcapitata all’ospedale.

Le testimonianza raccolte, dapprima sul posto e poi presso il Comando della Compagnia cittadina, avevano quindi permesso di ricostruire l’accaduto: la povera signora, un’operatrice sanitaria di 51 anni che si trovava in fila in attesa del proprio turno per sbrigare alcune incombenze, aveva chiesto alla persona che le stava immediatamente avanti, di calzare correttamente la mascherina, che teneva appesa sotto la bocca, facendo presente che, oltre che previsto dalla legge, era una doverosa forma di protezione, trovandosi tutti in un luogo affollato e chiuso.

L’inaspettata, violenta, reazione del soggetto ha sconcertato e spaventato tutti i presenti: l’uomo, un 36enne proveniente dal Mali, infatti, senza proferire parola ha colpito con un pugno in pieno volto la donna, facendola cadere a terra, per poi continuare a bersagliarle il corpo a calci, il tutto mentre la insultava urlandole ogni tipo di offesa.

Solo l’immediato intervento dell’addetto alla sicurezza dell’ufficio ha impedito che l’aggressione potesse avere conseguenze ancora più gravi, e non poca fatica ha dovuto fare la guardia giurata per riuscire ad immobilizzare l’esagitato, fisicamente assai robusto.

Nutrita la folla che, al momento di portare il fermato in caserma, si è assiepata attorno all’auto di servizio dei Carabinieri, urlandogli contro tutta la rabbia per un gesto tanto vile quanto incomprensibile.

Il Magistrato di Turno della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Foggia, subito informato di quanto avvenuto e delle testimonianze acquisite, ha quindi disposto l’immediato arresto del responsabile, che, al termine della redazione degli atti, è stato quindi condotto in carcere.

Lo stesso PM, poi, nel richiedere al Tribunale di Foggia, in sede di rito direttissimo, la convalida dell’avvenuto arresto, ha anche richiesto, ed ottenuto, l’emissione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti del maliano, evidenziandone la pericolosità, dimostrata dalla spropositata violenza, gravemente caratterizzata dai futili motivi.

Il provvedimento restrittivo, così fortemente voluto dalla Procura e notificato nella giornata di ieri presso il carcere di Foggia, assicurerà quindi che l’extracomunitario, senza fissa dimora, privo di permesso di soggiorno e già noto alle Forze dell’ordine, non possa sottrarsi alle proprie responsabilità, sia di fronte alla propria vittima che all’intera comunità.

La povera signora, invece, che nelle fasi dell’aggressione aveva avuto anche una momentanea perdita di coscienza, è stata poi riscontrata affetta da un trauma cranico, dalla rottura del setto nasale e da diverse ferite lacero contuse alla regione frontale, oltre che da escoriazioni multiple, e, giudicata guaribile in  30 giorni, è stata comunque trattenuta in ricovero in osservazione e per ulteriori accertamenti.

Redazione

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