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Foggia, emergenza libri per gli studenti: “Non tutti possono acquistarli per sostenere gli esami”

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Foggia – In questi giorni si parla molto di esoneri e preappelli, di esami in presenza o a distanza e delle decisioni che il governo prenderà in merito.

Si sta avvicinando la sessione estiva, ma c’è un dettaglio che a molti sta sfuggendo: la pandemia ha imposto due mesi di lockdown, di cui almeno uno in cui gli spostamenti sono stati limitati al minimo indispensabile.

“In questo periodo di tempo, solo pochi hanno potuto procurarsi i testi per la preparazione degli esami, pagando un costo che è già di per sé alto e difficilmente compatibile con un’idea di università accessibile a tutti.

In questo periodo di tempo, molti hanno perso il lavoro. Molte partite iva hanno subito perdite enormi, con misure di sostegno al reddito che mirano a garantire il sostentamento alimentare delle famiglie.

Molti altri hanno subito una riduzione consistente del reddito per via della cassa integrazione.

Tutte queste famiglie, milioni di cittadini, non potranno permettersi di acquistare i libri.” dichiara Michele Cera, coordinatore di Link Foggia.

“Già i risultati del questionario studentesco da noi promosso sottolineavano questi significativo problema.

Adesso, con molte attività la cui apertura non avverrà prima di un mese, si rischia grosso: c’è il rischio che numerosi studenti non siano in grado di sostenere gli esami, venendo di fatto privati del diritto allo studio.

Non vogliamo dover scegliere tra diritto alla salute e diritto allo studio, e sicuramente è compito del Governo e delle istituzioni su tutti i livelli di garantire entrambi questi diritti fondamentali.” continua Cera.

“Abbiamo fatto presente la situazione all’Ateneo e ai Dipartimenti. Occorre intervenire al più presto, perché la garanzia del diritto allo studio è a rischio per tanti studenti e tante studentesse.

Un’Università che si fa vanto di essere la seconda in Italia per la didattica a distanza non può permettersi di chiudere gli occhi di fronte ad un problema così grande.

Gli sforzi fatti per la teledidattica rischiano di essere annullati, e al di là di questo è una questione di giustizia: questa crisi non è colpa degli studenti, e non deve ricadere su di noi il costo”, conclude Cera.

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