“Amo la mia terra e non scappo”: la storia della stilista foggiana Daniela Balzano
Daniela Balzano è l’esempio di quella generazione foggiana, carica di energia, talento e voglia di fare che può dire di avercela fatta, di essere riuscita a realizzare il suo sogno nel cassetto.
Quella di Daniela è una storia made in Foggia, una storia di successo, una di quelle che ci piace raccontare perchè sembra essere una luce in fondo a quel buio tunnel che diventa sempre più lungo e claustrofobico a causa dei continui eventi di cronaca nera che piegano la nostra terra.
Come ci piace sottolineare Foggia è tanto altro e Daniela rappresenta la bella e pulita faccia di un territorio che ha ancora tanto da offrire ai suoi figli. Storie di foggiani che non scappano e decidono di investire in questa bella e amara terra, nonostante le tante e conosicute difficoltà, purtroppo, non sono tantissime.
Daniela è una ragazza che non si lascia spaventare, ama la Capitanata, il suo sole, il suo mare, i suoi profumi, le sue tradizioni e non vuole voltarle le spalle. Così, dopo anni di studio, sacrifici e tanta voglia di entrare in quel mondo della moda che tanto sognava da piccola quando, indossando abiti improvvisati con scarti di stoffa giocava ad essere una modella, ce l’ha fatta.
Oggi Daniela è una stilista e ha fondato il suo brand “Daniela Balzano”, un brand che si rivolge ad una donna moderna che ricerca il comfort e l’eleganza, una donna dinamica che non vuole rinunciare ad indossare capi alla moda.
La giovane foggiana, oltre a realizzare il suo sogno di rimanere nella propria terra di origine alla quale è legata profondamente, è molto attenta ai materiali da utilizzare in quanto ha deciso di fondare le basi della sua azienda su principi animalisti, scegliendo di essere una realtà imprenditoriale cruelty-free.
Quando hai iniziato ad interessarti e occuparti di moda?
In realtà non ho un ricordo ben preciso di ‘quando’ sia successo. Mia madre mi ha sempre raccontato che quando avevo forse tre o quattro anni, le chiesi che vestiti indossassi mentre ero nella sua pancia.. Già questo doveva significare pur qualcosa? I miei genitori hanno sempre educato me e mia sorella, sin da piccole, all’arte e ai giochi in cui si doveva creare qualcosa e spesso mia madre realizzava per noi abiti fatti con scarti di tessuti o buste di plastica e io e mia sorella sfilavamo a turno come delle modelle sulla passerella. Avendo avuto un’infanzia contrassegnata dalla fantasia e dalla creatività, credo che fosse il minimo intraprendere una strada di questo tipo.
C’è stato un momento preciso nella tua vita in cui hai capito di voler diventare una stilista?
Come ti dicevo ho sempre avuto la passione per gli abiti, mi piacevano i tessuti, toccarli, mi colpivano le fantasie particolari, i colori e a volte associavo determinati tessuti anche dei ricordi o a sensazioni ed emozioni. Ho studiato al Liceo Classico e ricordo che mi piaceva molto il greco e il latino, ma quando ne avevo l’occasione e il tempo libero, disegnavo, scattavo foto, e mi divertivo con Photoshop, sperimentando alcune tecniche per modificare le immagini.
Verso l’ultimo anno di liceo ho cominciato a fare dei disegni, trasformandoli in stampe e cominciando a realizzare, così, delle t-shirts che vendevo su Instagram con il mio primo brand ‘La Casa dei Fiori’. È nato tutto come un hobby più che come un lavoro, anche se dopo il liceo, decisi di frequentare il corso di stilista presso l’accademia del lusso a Bari. È stato in quel momento che ho cominciato a immaginare di voler creare un’azienda, seppur piccola, ma tutta mia.
In tre parole descrivi il tuo brand
Semplicità, eleganza e qualità. Cerco di capire cosa vuole una donna oggi. Penso sempre anche a come vorrei sentirmi io quando, entrando in un negozio mi aspetto di trovare qualcosa di particolare, che non sia sempre il capo visto e rivisto. Anche una semplice t-shirt, da me la troverete sempre elegante e femminile. La qualità per me è importante, dalla scelta del tessuto alla confezione, per poter essere definito un buon prodotto.
Definisci il tuo brand made in Puglia, spiegaci meglio
Ho scelto di rimanere nella mia terra, con tutte le difficoltà che questa decisione ha comportato. Ho cominciato a collaborare con il laboratorio CONFEZIONI DI GENCO GIUSEPPA, che realizza per me gli abiti delle mie collezioni. Lavoro al fianco di donne fantastiche che fanno parte ormai del mio team insieme alla mia amica e consulente Monica Bianco che mi ha sostenuta e consigliata all’inizio del mio percorso.
Per ogni shooting delle mie collezioni cerco sempre delle location qui nella mia terra. Per la prossima collezione Primavera/Estate 2020, infatti, forse andremo a scattare a Polignano! Ritengo che acquistare il Made in Italy sia importante perché così si ‘combatto’ lo sfruttamento che c’è nei paesi orientali che cuciono i capi della moda detta FAST FASHION dei grandi marchi. Spesso i materiali e i tessuti utilizzati sono dannosi per la nostra pelle e per il nostro pianeta. Inoltre il mio brand non prevede l’uso di pellicce di origine animale, poiché sono totalmente contraria.
Essere una giovane stilista oggi è difficile?
Mi piacerebbe dirti che è facile, ma non lo è. Nell’ambito della moda tutti vogliono primeggiare. Tutti vogliono essere qualcuno. Io in realtà voglio pensare soltanto con la mia testa e il mio istinto, voglio fare quello che mi piace, portarlo avanti e restare concentrata sul mio progetto. Ogni passo avanti che compirò, me lo sarò guadagnato.
Qual è il messaggio che vui dare con le tue creazioni?
Mi piacerebbe far sentire ogni donna bella e felice del suo corpo, accettandone anche i difetti. Per questa estate sperimenterò anche la linea CURVY.. e vediamo come va!
A chi si rivolgono i tuoi capi?
I miei capi si rivolgono sia a giovani donne che a donne più adulte poiché gli abiti hanno linee che si adattano un po’ a tutte. Spesso sono donne che ricercano la cura dei dettagli e la qualità dei tessuti e della manifattura.
Cos’è la moda per te?
È pura arte. A volte si può creare un abito dal nulla. Spesso per ispirarmi osservo molto i quadri e ciò che mi circonda.
Cosa significa per te lavorare a Foggia?
Non hai scelto di scappare, sei rimasta e hai investito nela tua terra. Io sento un forte attaccamento alla mia terra, alla mia famiglia e alle mie origini. Quando studiavo a Bari mi sentivo fuori posto. Sono tornata a Foggia e ho frequentato l’Accademia di Belle Arti. Potevo andare a Milano, ho avuto occasioni per farlo, ma non desideravo ad andare via. Sin dal primo momento in cui ho approfondito il mio percorso creativo, ho sentito dentro di me che volevo restare e creare qualcosa di mio. Con grandi sacrifici, ce la sto mettendo tutta, insieme alla mia famiglia che mi supporta in ogni momento.
La Puglia è una regione ricca ma al tempo stesso povera, perché non viene valorizzata nel modo giusto. Nessuno crede più nel suo potenziale e spesso molti ragazzi si arrendono senza nemmeno averci provato. È difficile, lo vivo ogni giorno sulla mia pelle, ma se ce ne andiamo via tutti perché nessuno da la possibilità ai giovani di lavorare nella propria terra, è normale che si cerchi la strada più facile e cioè ‘fuggire’ da Foggia.
Cosa diresti ai tanti giovani che scelgono di andarsene?
Molti scelgono di andare via perché sentono Foggia ‘stretta’ e senza speranza. Altri magari ci provano ma senza risultati e sono costretti ad andare via perché non c’è lavoro. Io spero soltanto che qualcun altro come me, che ama la propria terra e che abbia dei sogni, provi con tutte le sue forze a realizzarli, se ne ha la possibilità.
Io sono stata fortunata, ma ci vuole anche tanta determinazione. Spesso ho pensato ‘Basta, mi fermo’, in molti mi hanno criticato per le mie scelte o per il mio attaccamento per questa terra, ma non mi fermerò finché non le avrò provate tutte, non voglio avere rimpianti!