“Caro mafioso…”, lettera di una dipendente di Sanità Più dopo l’ultimo attentato a Foggia

Foggia – “Non spenderemo altre parole per commentare l’ennesimo vile gesto che ha colpito, per la quarta volta dall’inizio di quest’anno, l’avv. Luca Vigilante, Sanità Più e il Gruppo Telesforo.
Non c’è più nulla da dire, non c’è più nulla da ribadire. Lasciamo che a parlare per noi e per tutti sia una dipendente di Sanità Più che ha inviato alla stampa una sua lettera aperta. Non sappiamo se l’attentatore e i suoi mandanti la leggeranno e se ne capiranno il contenuto, ma è nostro dovere tentare. Eccola”.
Questo il messaggio pubblicato su Facebook da Universo Salute Opera Don Uva dopo l’ennesimo attentato rivolto alla famiglia Vigilante. Un incendio nella notte ha danneggiato ‘Ristorazione Più‘, in via Altamura, nei pressi del parcheggio Maddalena.
Ad essere stato colpito è il centro di ristorazione che forniscono gli ospedali e le strutture di ‘Sanità Più’. Si tratterebbe di un rogo doloso: una persona a volto coperto avrebbe cosparso la soglia del locale di liquido infiammabile e avrebbe appiccato il fuoco.
“Caro Mafioso,
ancora una volta hai colpito la mia famiglia..si! Sanità più, è la mia famiglia, la mia seconda casa, e soprattutto il pane quotidiano dei miei figli che ogni giorno ricevono un pasto caldo, proprio grazie a quelle persone contro cui ti sei tanto accanito – inizia così la lettera della dipendente di Sanità Più -.
Il tuo ennesimo gesto insulso ha suscitato in me rabbia e repulsione, contro di te e contro tutto quello che rappresenti. Sai caro Mafioso stai seminando male, dove loro dando lavoro alla povera gente come me spargono amore…
Sai loro hanno qualcosa che tu non avrai mai: l’amore per il prossimo, per i poveri, per tutte le famiglie che come me devono portare il pane a casa, far studiare i propri figli. E si, io arrivo a fine mese sollevata da tutto questo, perché Sanità più è la mia salvezza, e di tutto il loro personale. Tutto questo ha un solo nome: AMORE. Cosa c’entri tu in tutto questo splendore che non avrai mai, neanche con tutti i soldi del mondo?
Sai, quando io torno a casa, dopo una giornata di lavoro, i miei figli mi guardano orgogliosi… Mi chiedo se tu abbassi lo sguardo quando guardi negli occhi i tuoi, sapendo il male gratuito che fai. Smettila di colpire la mia famiglia, i miei fratelli, i miei amici, i miei superiori, con i tuoi gesti disumani colpisci anche il cuore di tutti noi.
Che Dio ti perdoni per il male che fai e che invece doni tanta forza e coraggio ai miei datori di lavoro che sanno di dover essere forti per loro e per tutti noi…”.