Economia

Diminuisce il prezzo del grano, ma aumenta quello della pasta

Nell'arco di un anno il prezzo del grano è dimezzato

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Nei supermercati foggiani aumenta la vendita di pasta di minore qualità e di marche poco conosciute. È l’effetto dell’aumento della pasta secca al dettaglio che – denuncia Coldiretti – è aumentata del 18%, in contrasto con la parallela diminuzione del prezzo pagato dai trasformatori agli agricoltori che è invece diminuito del trenta per cento. “La pasta – sottolinea la Coldiretti Puglia – è ottenuta direttamente dalla lavorazione del grano con l’aggiunta della sola acqua e non trovano dunque alcuna giustificazione le divergenze registrate nelle quotazioni, con la forbice dei prezzi che si allarga e mette a rischio i bilanci dei consumatori e quelli degli agricoltori. Una distorsione che appare chiara anche dall’andamento dei prezzi medi al consumo che secondo l’Osservatorio del Ministero del Made in Italy variano per la pasta da 1,50 a 2,3 euro al chilo, mentre le quotazioni del grano sono crollate a 35 centesimi di euro al chilo, insiste Coldiretti Puglia”. Ieri un nuovo  tonfo del prezzo del grano alla Borsa Merci di Bari, con un calo di 15 euro a tonnellata, il valore più basso da 12 mesi a questa parte: Da giugno 2022, quanto le quotazioni massime arrivarono a 600 euro/tonnellata, il valore del grano si è quasi dimezzato.

A visitare i supermercati cittadini ci si rende conto che il prezzo medio della pasta ha ormai superato i due euro al chilo. Alcune aziende – le più rinomate o quelle che producono con grano biologico – hanno fatto registrare rincari anche del 70% sui loro prodotti di marca. Altre camuffano l’aumento dei prezzi al consumo restringendo le confezioni. Anziché il classico pacco da mezzo chilo, alcune aziende hanno messo in commercio la confezione da quattrocento grammi. Una strategia che ha anche un nome: shrinkflation, un neologismo inglese composto dal verbo “to shrink”, restringere, e dalla parola “inflation”). L’aumento dei prezzi al dettaglio e le diminuzioni di quelli all’ingrosso fa arrabbiare i produttori. “Una anomalia di mercato sulla quale – continua Coldiretti – occorre indagare anche sulla base della nuova normativa sulle pratiche sleali a tutela delle 200mila imprese agricole che coltivano grano. I ricavi – sottolinea Coldiretti – non coprono infatti i costi sostenuti dalle imprese agricole e mettono a rischio le semine ma anche la sovranità alimentare del Paese. Le superfici agricole coltivate a frumento duro, secondo le prime previsioni del Masaf per quest’anno, sono in flessione per un investimento di 1,22 milioni ettari con una riduzione di circa il 2% rispetto all’anno precedente”.

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