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Le Guide di Foggia Reporter: Lesina

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Lesina – La città fondata dai pescatori dalmati.
Il pauntan è una di quelle località che da sempre vive in simbiosi con il suo omonimo lago salmastro e il mare.
Tutto ebbe inizio da un sito neolitico in località Cammarata: villaggi, selce e manufatti preistorici dimostrano come la presenza del lago sia stata importante per la pesca e per l’agricoltura sin dalla notte dei tempi.
Un luogo fertile ed accogliente, se si pensa che già Greci e Romani conoscessero molto bene Alexina, snodo commerciale nel territorio di Teanum Appulum, una cittadina di modeste dimensioni che a quanto pare giungesse fino all’isolotto di San Clemente.

Sito archeologico della Peschiera di San Clemente – Ph. Credit: Gargano.it

Il Lago di Lesina risplende come il mare custodendo nei suoi bassi fondali granchi blu e ruderi del II e I secolo a.C.
Lesina e il suo lago offrono un atmosfera suggestiva ed ammaliante su Acquarotta e Schiapparo, canali cinti dal Bosco Isola divisorio naturale tra mare e lago.
Un’avventura molto suggestiva se ci si imbarcasse su un Lago Bus per ritrovarsi ad un tratto a mare aperto, lì nel cuore di una natura rara ed unica, dove sorgono anche i misteri delle storie più segrete dei laghi all’apparire del Crocifisso di Varano e di San Clemente sotto il volo di cormorani, falchi e garzette.

Viuzza del centro storico di Lesina – Ph. Credit: Marta Parcesepe

Il Castello di Ripalta ed Ansa della Rivolta accreditano a Lesina anche un’importanza religiosa, benedettina e cistercense, che dal 1200 al 1700 vide concorrere alla poltrona papi e vescovadi.
Sotto gli Angioini proprio Lesina fu nominata Regia Curia fino al rigido intervento di Placido Imperiale.
Percorrendo le vie della città si ha come l’impressione di essere catapultati indietro nel tempo.

Capitone alla scapece – Ph. Credit: Barbara Fiorillo

Com’è tipico dei centri storici di questa terra, il palazzo imperiale e la cattedrale duecentesca fanno d’ombra alle donne intente nei vicoli a preparare le orecchiette sotto la carezza di tende ricamate a mano su finestre coloratissime da cui fuoriesce un profumo di cucina genuina che sa di anguilla e capitone alla scapece.
Anguille fritte e condite con aceto, olio, aglio e menta, un pesce dalla carne particolarmente saporita e tanto amata da Federico II, che fece della Riserva Naturale del Lago di Lesina il luogo di allevamento particolarmente prospero.

Fonte: p. 258, Otranto, G., “Italia Meridionale Puglia Paleocristiane Saggi Storici”, Edipuglia, 1991.
p. 332, Direzione Generale per i Beni Architettonici, Storico-artistici ed etnoantropologici – MIBACT , “Il patrimonio museale antropologico – Itinerari nelle regioni italiane. Riflessioni e prospettive”, Gangemi Editore, 2008.

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