Confagri Foggia: presto il marchio qualità per il grano duro della Daunia
Il Desert Durum della Daunia è un prodotto unico nel suo genere.

ROMA – Un marchio di qualità per il grano duro: è il progetto che Confagricoltura Foggia ha intenzione di lanciare al termine della campagna cerealicola 2025 per dare nuova forza e impulso alla principale produzione provinciale e tassello fondamentale dell’economia del territorio. “Il nostro obiettivo – spiega Filippo Schiavone, presidente provinciale dell’associazione e componente della Giunta nazionale – è arrivare nel giro di qualche anno a creare il Desert Durum della Daunia. Stiamo parlando di un marchio di qualità certificata che identifica un tipo di grano duro coltivato specificamente nelle valli desertiche di alcune aree degli Stati Uniti e che rappresenta un prodotto unico nel suo genere e molto ricercato a livello internazionale, in particolare dall’industria della pasta italiana di qualità”.Le caratteristiche geomorfologiche e climatiche della zona rendono il nostro prodotto qualitativamente ottimo e sempre più richiesto dai produttori di pasta. Per l’associazione di categoria, che intende coinvolgere tutta gli attori della filiera grano-pasta, a partire dalle altre associazioni del mondo agricolo, solo così si potrà creare quel valore aggiunto indispensabile a dare forza al grano duro della provincia e a tutti i prodotti dell’agroalimentare e ad esso collegati.Il primo passaggio di questo percorso sarà riunire, presso la locale Camera di Commercio, i soggetti della filiera interessati, cominciando dai produttori agricoli e coinvolgendo i rappresentanti dei settori della cooperazione, del commercio e dell’industria. Un modo per definire il giusto percorso che dovrà portare alla certificazione della qualità del grano duro della Daunia. “Una volta definita una piattaforma comune e condivisa – rimarca Schiavone – agiremo, di conseguenza, a tutti i livelli organizzativi e istituzionali. Le dinamiche che regolano il prezzo generico del grano sono condizionate da fattori su cui è difficile incidere a livello locale. Noi possiamo però operare per dare forza al nostro prodotto sui mercati. Una forza che, partendo dalla produzione della materia prima, incida a cascata su tutte le produzioni della filiera”, conclude Schiavone.