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Con Metatasse capiamo come fa Chiara Ferragni a pagare meno tasse

La lista degli imprenditori di successo che sono riusciti ad abbattere le tasse da versare ogni anno è molto lunga. Anche perché, almeno in parte, la buona sorte del loro business è legata proprio alla capacità di ridurre il flusso in uscita verso le casse dello Stato: tagliare il carico fiscale vuol dire avere maggior risorse da reinvestire nell’impresa, così da favorire la sua crescita continua e ininterrotta. Ma se è vero che per le imprese di successo è assolutamente normale introdurre delle strategie di programmazione fiscale per tagliare in modo concreto le tasse, è vero anche che in certi casi questi “interventi” finiscono per fare notizia, seppure completamente legali in quanto previsti dalla normativa fiscale italiana.

È questo il caso di Chiara Ferragni che, nel bene e nel male, continua a fare notizia. La famosa influencer è riuscita a tagliare in modo drastico le tasse della propria società, arrivando a pagarne fino al 95% in meno. Ma come si fa ad alleggerire il carico fiscale in modo del tutto legale? A spiegarci come pagare meno tasse attraverso l’esempio delle società di Chiara Ferragni sono gli esperti di Metatasse, il pool di esperti della materia tributaria che supporta le imprese per ridurre il carico fiscale, rispettando al 100% la legge e in modo del tutto trasparente. 

Il cuore della strategia fiscale dell’impero di Chiara Ferragni, spiegano i consulenti di Metatasse, è la “normativa madre-figlia”, grazie alla quale solamente il 5% degli utili distribuiti dalla società madre alle società figlie viene riconosciuto come base imponibile per il calcolo dell’Ires, arrivando così di conseguenza ad abbattere il 95% delle tasse (che passano così dal 26% all’1,2%).  Nel caso specifico, la società madre è la holding Sisterhood, che conta un fatturato da 4,5 milioni di euro e un utile pari a 2,4 milioni. A far parte di questa holding sono la società Fenice srl, che precedentemente si chiamava Serendipity, che nel 2022 aveva fatturato 14,2 milioni di euro; la Tbs Crew Srl, con un fatturato da 14,6 milioni; e la Ferragni Enterprises, che gestisce le proprietà immobiliari della Ferragni, tra le quali il superattico a Citylife, il cui valore supera i 10 milioni di euro.

Non bisogna certo pensare che la struttura societaria del business di Chiara Ferragni sia nata in questo modo, perfettamente organizzata per sfruttare al meglio le opportunità messe a disposizione dalla normativa fiscale italiana. Come ci spiegano gli esperti di Metatasse, infatti, negli anni c’è stato un continuo perfezionamento, che dal 2011 – anno di fondazione della Tbs Crew Srl, con 10.000 euro di capitale sociale – ha visto tanti mutamenti, con la fondazione di nuove società e un susseguirsi di quote e di conferimenti. Questo processo culmina con l’ultima grande mossa, datata 2023, con la quale la società Sisterhood è divenuta a tutti gli effetti la holding di partecipazione unipersonale di Chiara Ferragni, mediante il conferimento del 32,5% di Fenice Srl in Sisterhood Srl (la quale già dal 2021 deteneva il 100% della primissima società fondata da Ferragni, ovvero la citata Tbs Crew Srl).