Agricoltura

Cataneo, il grano duro foggiano non viene valorizzato

Il presidente di CAPITANATA.NEO interviene sulla tematica trattata da oltre tre anni con l’ignavia di molti, politici in primis.

Il tema dei prezzi del grano duro, puntualmente, prima durante e dopo la raccolta ricompare sempre alla ribalta delle cronache e all’attenzione dei politici, dei rappresentanti delle Organizzazioni (OO.) di produttori agricoli e dei media. Ma poi, con altrettanta precisione da cronometri svizzeri, torna nell’oblio lasciando soprattutto gli agricoltori con un pugno di mosche in mano, con i costi di produzione sempre in aumento e i prezzi di vendita, in antitesi, con minori introiti.
“Sono oltre tre anni che sollecitiamo l’attuazione della Commissione Unica Nazionale (C.U.N.) a tutti i livelli, con analisi e proposte percorribili esplicitate in documenti inviati a Regioni meridionali e ai Governi Conte II e Draghi -afferma Pasquale Cataneo a capo dell’Associazione- con scarsa attenzione, soprattutto della politica e delle istituzioni, e timide convergenze da parte delle OO. di categoria che, successivamente, invece di rafforzare l’azione in termini corali, coinvolgendo chi si è concretamente impegnato sulla tematica, hanno preferito agire in solitudine o in modo frammentato. Riproponiamo, a tal riguardo, la nostra disponibilità a collaborare in quanto la nostra Terra e gli altri territori del Mezzogiorno hanno la necessità di fare sintesi e unirsi, come hanno fatto in Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna, in cui le altre 7 C.U.N. (tutte stabili e con sedi nelle 3 regioni centro-nord) funzionanti dal 2017, con sinergie e vantaggi distribuiti, in modo equo, per tutte le componenti della filiera. Ciò che non accade per l’unica collocabile nel Sud (finora altalenante e sperimentale senza sede individuata, utilizzando gli stessi criteri delle altre, a Foggia) determinando così svantaggi solo per i produttori cerealicoli meridionali e del cd. Product e Made in Sud-Italy.”
In questi ultimi tempi, anche le OO. di categoria agricole si sono impegnate, nuovamente, sull’importanza dell’attività e funzionamento della C.U.N. del Grano Duro. Bene. Ma come agire?
“In altri territori e per altre 7 filiere, tutte al centro-nord, con le CUN si riesce contemperare molto meglio i concetti di filiera corta, zone agricole vocate (D.O.P., D.O.C.G., I.G.T. ecc.), tracciabilità e sicurezza alimentare, maggiore tutela negli accordi commerciali con l’estero garantendo così MAGGIORMENTE il reddito dei produttori, anche attraverso i Consorzi, e la tutela dei consumatori – sottolinea Cataneo che è anche esperto di politiche territoriali – riteniamo pertanto che questo sia il viatico da percorrere insieme, non in modo altalenante ed episodico, ma in modo coeso ed equo nell’agroalimentare a partire dal grano duro, sia dal punto di vista della sostenibilità economica che per il completamento delle singole filiere, rendendole “corte” e competitive, contenendo gli impatti ambientali e i costi ad esempio utilizzando energia da fonti rinnovabili e con una logistica strutturata. Insomma – conclude il rappresentante di CAPITANATA.NEO – rappresentare con l’utilizzo di progetti innovativi come “CERES” del MIICT di Malta con partner UNIFG (DEMeT), presentato a Foggia in Fiera lo scorso 30 aprile, che con un’applicazione blockchain mira ad aumentare tracciabilità nelle dichiarazioni di provenienza dei prodotti ed efficienza delle transazioni in agricoltura che unitamente a promozione e marketing adeguati, miglior utilizzo degli stabilimenti agroalimentari diversificando le produzioni in termini stagionali e aumentando così il PIL e l’occupazione derivante non solo dalla produzione ma anche dalla trasformazione e commercializzazione dei prodotti agroalimentari”.