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Castello dei duchi di Sangro, la fortezza di Torremaggiore dimora dei principi di San Severo

Continua il nostro viaggio tra i castelli della Capitanata, oggi vi portiamo a Torremaggiore. Torremaggiore è una caratteristica cittadina in provincia di Foggia, la cui storia è legata a quella del Monastero Terrae Maioris e al borgo medievale di Castel Fiorentino. Sicuramente una delle architetture più interessanti e storiche è il Castello dei duchi di Sangro, dichiarato monumento nazionale dal 22 agosto 1902.

Il nome della famiglia legata a questo caratteristico castello non ci suona nuovo. Tempo fa, infatti, vi avevamo parlato di Raimondo di Sangro, un originale esponente del primo Illuminismo europeo, un nobiluomo, un alchimista, un inventore, un esoterista e un letterato, definito dall’immaginario collettivo “il principe maledetto“. Raimondo di Sangro nacque nel castello di Torremaggiore, terzo di tre fratelli, da don Antonio de Sangro e Cecilia Caietani d’Aragona.

L’immagine di Raimondo è legata soprattutto alla Cappella Sansevero di Napoli, il mausoleo di famiglia che l’alchimista riorganizzò e abbellì, in cui l’opera d’arte più significativa è sicuramente il celebre Cristo velato, opera di Giuseppe Sammartino.

Torniamo a Torremaggiore e al suo Castello ducale. Costituito da un’originaria torre di età normanna, dal 1400 subì numerose modifiche per renderlo la sontuosa residenza dei duchi di Sangro, all’epoca principi di San Severo.

La fortezza è caratterizzata da sei torri, quattro circolari e due quadrate; la torre quadrata centrale, il mastio del castello, è la parte più antica del castello ed è caratterizzata da una meridiana sul lato che si affaccia sul cortile. L’ingresso principale è collocato sul lato est, accessibile fino al 1780 tramite un ponte levatoio, sostituito poi da quello fisso presente ancora oggi. Il Fossato, che in passato circoscriveva il castello in tutti i suoi lati, pieno d’acqua e profondo circa sei metri, oggi lo recinge solo per tre quarti e mezzo della sua estensione.

Al suo interno custodisce numerosi ed eleganti ambienti, memori di un tempo ormai andato di banchetti e ricevimenti, stanze che raccontano la vita nel castello nei secoli precedenti e ci permettono di sognare. Molto caratteristica è sicuramente la solenne sala del trono, al piano nobile, raggiungibile con un’ampia doppia scala, è circondata da un ricco fregio ad affresco realizzato nel Seicento.

In questa sala si possono ammirare diversi affreschi di scuola napoletana, questo significa che dal XVI secolo il maniero di Torremaggiore perse definitivamente la sua funzione militare e difensiva, diventando a tutti gli effetti una dimora gentilizia. Il piano ammezzato, invece, ospita la mostra archeologica dei reperti di Fiorentino.

Molti a Torremaggiore credono che da un piano interrato di una delle torri del Castello parta un percorso sotterraneo che si dirige verso la cappella del Ss. Rosario, nella Chiesa Matrice di S. Nicola.

Per visitare il castello contattare:
     • Ufficio Cultura del comune di Torremaggiore: tel. 0882-383468, e-mail dirigente.cultura@comune.torremaggiore.fg.it, il gabinetto del sindaco tel. 0882-391781, referente sign. Ciro Panzone.
     • Le associazioni “Sbandieratori Florentinum”: e-mail: info@sbandieratoritorremaggiore.it, responsabile: antonio.dicesare@libero.it, tel. 3495620892.
     • Centro Attività Culturali “Don Tommaso Leccisotti”, tel. 3293174508, e-mail centroleccisotti@corteostorico.it.

Fonte: mondimedievali.net

Annarita Correra

Mi chiamo Annarita Correra, ho 28 anni, sono una giornalista pubblicista, una copywriter, content creator e cantastorie. Credo che la bellezza salverà il mondo e per questo la cerco e la inseguo nella mia terra, la più bella del mondo. L’amore per la letteratura mi ha portato a conseguire la laurea triennale in Lettere Moderne e quella magistrale in Filologia Moderna. Ho collaborato con riviste online culturali, raccontando con interviste e reportage le bellezze pugliesi. La mia avventura con Foggia Reporter é iniziata cinque anni fa. Da due anni curo la linea editoriale del giornale, cercando di raccontare la città e la sua provincia in modo inedito, dando voce e spazio alla cultura e alle nostre radici. Scrivo e creo contenuti digitali, gestisco la pagina Instagram del giornale raccogliendo e raccontando le immagini più belle delle nostra terra.

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