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La Cartiera di Foggia, quell'antica fabbrica foggiana ricca di storia

Foggia – Uno dei fiori all’occhiello della nostra città e del Tavoliere è sicuramente la Cartiera, la storia fabbrica foggiana nata negli anni ’30.

Mara Cinquepalmi in Donne di Carta, ha raccontato il lavoro femminile alla Cartiera di Foggia, e il ruolo che essa ebbe per il territorio della Capitanata. L’Istituto Poligrafico di via del Mare è stata la prima vera e propria industria sorta nel capoluogo dauno, e anche la prima vera opportunità occupazionale offerta alle donne foggiane e non solo, soprattutto durante la Seconda guerra mondiale.

Ripercorriamo la storia di questa importante fabbrica foggianacon questa interessante ricerca a cura di Ettore Braglia.

‘La Cartiera piovve come una manna dal cielo, per puro caso in un territorio a forte vocazione agricola, lo sviluppo industriale la nostra provincia non poteva averlo perché priva di forza motrice, salvo le piccole fabbriche di macchine ed attrezzi per l’agricoltura.

Nel 1935 la Incedit, Società An, Industria Cellulosa d’Italia iniziò i lavori pur non avendo forti capitali per portarli a termine e proprio per fatalità, l’Istituto Poligrafico dello Stato che aveva divisato d’impiantare nel comune di Castelraimondo prov. di Macerata, ma non aveva neanche approntato il progetto tecnico che decise di affidare l’impianto a Foggia con decreto legge del 6 luglio 1936, disponendo lo scioglimento della Incedit e passaggio della gestione al Poligrafico.

In brevissimo tempo l’opera si mise in moto con gli edifici di produzione elettrolitica dei reagenti, per la centrale elettrica e termica, per il taglio e pulizia della paglia, per il trattamento chimico del vegetale, per l’epurazione imbiancamento e lavaggio addensamento della cellulosa, per la preparazione degli impasti la fabbricazione e gli allestimenti della carta oltre alle officine di manutenzione, magazzini, spogliatoi, uffici, laboratori, infermerie, mense, due pozzi freatici, e nei pressi, un nucleo di case per il personale, la chiesa, il campo sportivo, ed una azienda agricola di oltre 40 ettari coltivabili, mentre il macchinario già montato faceva prevedere una produzione giornaliera di 750 quintali carta al giorno.

Si era a questo punto quando i bombardamenti, il sabotaggio tedesco e l’occupazione alleata ne smantellarono tutto il grandioso complesso calcolando un danno di 40 milioni calcolati al giugno del 1943 quindi con un valore attuale di 20 milioni di euro.
Nel settembre del 1944 furono ripresi i rapporti con la sede centrale ripristinando subito gli impianti e fu riattivata la produzione di cellulosa. Nell’esercizio 1946-47 la produzione era di 73308 quintali di carta, 34988 di cellulosa, 11539 di pasta di legno, nel 1947-48 raddoppiò per merito dell’attrezzatura e degli impianti raddoppiati.

Gli operai erano 2113, 61 gli impiegati, 62 quelli d’officina, che ricevevano premi di rendimento, gratifica di bilancio, colonie, befane, comunioni e cresime, sala maternità, Cral, cassa sovvenzioni, complessivamente per tutti i dipendenti.

Le prime produzioni erano orientate verso l’editoria, l’Hoepli, Paravia, Alfieri, Barbera, Alinari, Casella, le superbe pubblicazioni che hanno onorato l’Italia, non sarebbero state pubblicate da editori privati perché non commerciali. Il Poligrafico ha offerto una produzione grafica pronta, sicura, precisa e corrispondente ad una esigenza di urgenza e regolarità che era il benemerito nel settore dell’economia e del decoro della nazione’.

Redazione

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