Tesori di Capitanata: la città abbandonata di Fiorentino
In Capitanata vantiamo tesori a cielo aperto che però spesso non conosciamo perchè sono poco valorizzati o perchè semplicemente se ne parla sempre troppo poco.
Tra questi non si può non menzionare la città abbandanta di Fiorentino. A pochissimi chilometri dal capoluogo dauno, dalla strada che delimita San Severo e Castelnuovo della Daunia, poco distante dal piccolo comune di Torremaggiore, la collina è dominata da quel che resta dell’antica città, Castel Fiorentino.
Questo luogo così magico e suggestivo, purtroppo abbandonato a se stesso, accolse il grande imperatore Federico II di Svevia nei suoi ultimi istanti. Qui, infatti, si spense lo “Stupor Mundi”, l’imperatore svevo che amò fino all’ultimo istante la nostra terra, la Capitanata.
Sicuramente una delle figure più carismatiche di tutto il Medioevo, Federico II morì il 13 dicembre 1250 proprio nella città di Fiorentino, conosciuta anche come Castel Fiorentino.
Ripercorriamo la storia di questa antica città. Subito dopo il Mille, nel nord della Puglia nacquero diverse cittadine, perlopiù roccaforti difensive. Dragonara (di cui si può ancora ammirare un meraviglioso castello), Tertiveri (di cui purtroppo resta solamente una simbolica torre), Civitate, Montecorvino, Troia, Fiorentino e altre cittadine erano piccoli centri erano conosciuti anche come “città di frontiera”, si trattava infatti di vere e proprie città-piazzeforti nate per difendere i possedimenti e le ricchezze dei Bizantini.
Successivamente vennero abbandonate nel tardo Medioevo (fatta eccezione per Troia) e ad oggi costituiscono un importante patrimonio storico, culturale e archeologico da proteggere e valorizzare. Torniamo alla nostra Fiorentino. Questa antica cittadina nacque su una collina e si espanse tra l’XI e XIII secolo. Il degrado della città di Fiorentino iniziò già nel XIII secolo, poi la totale rovina.
Oggi, ad est, si è conservato il parte l’elevato di una torre tradizionalmente identificata con l’antico castello. Questo luogo così suggestivo ha attirato l’attenzione di storici e archeologi a partire dagli anni ’80.
Gli scavi condotti dall’Università degli Studi di Bari e dall’Ecole française di Roma hanno interessato prettamente due aree: la zona castrale, ad ovest dello sperone collinare, difesa da un fossato e dalla cinta muraria, e la zona urbana, più a sud, dove sono stati portati alla lucce resti di ambienti abitativi e una piccola chiesetta dedicata a San Michele Arcangelo, l’arcangelo guerriero legato alla terra di Capitanata.
Si potrebbero organizzare visite guidate, recuperare questo sito che ci porta indietro nel tempo ai tempi dei cavalieri e delle dame. Valorizzare i nostri tesori sarebbe il miglior biglietto da visita per una terra che ha tanto da offrire ma spesso se ne dimentica.
Fonte: Capitanata Medievale a cura di Maria Stella Calò Mariani