Economia

Canapa, boom di produzione in Puglia: lo conferma Coldiretti

Moltiplicarsi di terreni e produzione, grazie alla legge regionale in vigore da gennaio 2017, è boom di Canapa in Puglia. Cantele: “È una opportunità che i nostri agricoltori non possono perdere”

Un continuo moltiplicarsi di terreni e produzione, grazie alla legge regionale entrata in vigore il 14 gennaio 2017, hanno favorito il boom della canapa nella nostra regione. La nota pianta poi consente di sviluppare idee innovative ed essere usata così in mille modi: dalla birra alla ricotta e agli eco-mattoni isolanti, dall’olio antinfiammatorio alle bioplastiche, fino a semi, fiori per tisane, pasta, taralli, biscotti e cosmetici, vernici, saponi, cere, detersivi, carta o imballaggi, oltre al pellet di canapa per il riscaldamento che assicura una combustione pulita.

Lo conferma uno studio condotto da Coldiretti intitolato “La new canapa economy” presentato al Seeds&chips 2018 di Milano, al Gate 3 del Mico dove, nello Stand S1, è stata allestita una mostra sui mille usi della pianta più versatile dell’agricoltura italiana che grazie alle nuove tecnologie entra in tanti modi diversi nella vita quotidiana della famiglie: “È una opportunità che i nostri agricoltori non possono perdere e che si è sviluppata principalmente nelle province di Bari e Taranto e rappresenta una svolta soprattutto nelle aree violate dai disastri ambientali come Brindisi e Taranto, che possono diventare il distretto della canapa del Sud Italia, dove le imprese hanno il divieto di coltivazione di prodotti agroalimentari, per le emergenze ambientali causate per esempio dalla centrale di Cerano a Brindisi e dall’ILVA a Taranto. Dalle attività sulla canapa ed in particolare dalla selezione di nuove varietà stanno emergendo applicazioni in campo alimentare, cosmetico e nutraceutico che verosimilmente offriranno nuove possibilità di sviluppo di impresa e l’assunzione di nuovo personale. Può essere coltivata senza alcun impiego di diserbanti e insetticidi. Ha minime esigenze di fertilizzanti e lascia nel terreno una buona dotazione di sostanza organica, rappresentata da una gran parte dell’apparato fogliare, oltre all’abbondante e profondo apparato radicale” – dice Gianni Cantele, presidente di Coldiretti Puglia.

Stile di vita più ecologico

L’affermarsi di stili di vita più ecologici ha favorito la diffusione della canapa, particolarmente versatile negli impieghi ed a basso impatto ambientale dal punto di vista colturale dal momento che contribuisce alla riduzione del consumo dei suoli e della desertificazione e alla perdita di biodiversità, spiega in una nota Coldiretti.

“Il seme di canapa e gli alimenti derivati contengono, infatti, proteine che comprendono tutti gli aminoacidi essenziali, in proporzione ottimale e in forma facilmente digeribile. Dalla canapa si ricavano inoltre tessuti naturali ottimi sia per l’abbigliamento, poiché tengono fresco d’estate e caldo d’inverno, sia per l’arredamento, grazie alla grande resistenza di questo tipo di fibra. Le colture che seguono la canapa rispondono positivamente, producendo sensibilmente di più. In alcuni casi il grano rende anche il 20 per cento in più rispetto ad una tradizionale rotazione con altre graminacee o bietola. I venti anni dedicati quasi esclusivamente a studiare questa pianta hanno consentito all’Italia di collezionare un catalogo di canapa selvatica e non, con più di 300 tipi diversi” – aggiunge Angelo Corsetti, direttore Coldiretti Puglia.

Un grande ritorno: in Italia la si coltivava negli anni ’40

“Si tratta in realtà di un ritorno per una coltivazione che fino agli anni ‘40 era più che familiare in Italia, tanto che il belpaese con quasi 100mila ettari era il secondo maggior produttore di canapa al mondo, dietro soltanto all’Unione Sovietica. Il declino è arrivato per la progressiva industrializzazione e l’avvento del boom economico che ha imposto sul mercato le fibre sintetiche, ma anche dalla campagna internazionale contro gli stupefacenti che ha gettato un ombra su questa pianta.  ll Governo italiano nel 1961 sottoscriveva una convenzione internazionale chiamata ‘Convenzione Unica sulle Sostanze Stupefacenti’, seguita da quelle del 1971 e del 1988, in cui la canapa sarebbe dovuta sparire dal mondo entro 25 anni dalla sua entrata in vigore mentre nel 1975 esce la ‘legge Cossiga’ contro gli stupefacenti, e negli anni successivi gli ultimi ettari coltivati a canapa scompaiono. Il boom della coltivazione della canapa è un’ottima dimostrazione della capacità delle imprese agricole di scoprire e sperimentare nuove frontiere e soddisfare i crescenti bisogni dei nuovi consumatori che proprio da queste esperienze di green economy si aprono opportunità di lavoro nelle campagne che possono contribuire alla crescita sostenibile e alla ripresa economica ed occupazionale del Paese – rivela la Coldiretti.

Se si considera poi la “nuova frontiera” della “cannabis light”, con la coltivazione e vendita di piante, fiori e semi a basso contenuto di principio psicotropo (Thc), si potrebbe sviluppare un giro d’affari potenziale stimato in oltre 40 milioni di euro.

Antonio Piazzolla

Giornalista e divulgatore scientifico; caporedattore di Close-Up Engineering, co-fondatore e direttore responsabile di lagoleada.it, è una delle firme di Forbes Italia ed è redattore di Le Stelle, il mensile di cultura astronomica fondato da Margherita Hack e Foggia Reporter. Ha collaborato con BBC Scienze Italia, l’Espresso, Il Messaggero e Business Insider Italia.

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