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Buoni pasto, la soluzione che piace e che fa felici aziende e dipendenti

In ogni giornata lavorativa, soprattutto quelle particolarmente stressanti e frenetiche, la pausa pranzo rappresenta un porto sicuro per il dipendente che può concedersi un pasto gustoso in totale relax. La pausa pranzo ha assunto un ruolo ancora più centrale da quando le aziende hanno compreso l’importanza del welfare, che presta grande attenzione alle esigenze e alla qualità della vita del collaboratore.

In tale ottica il buono pasto è diventato uno strumento molto apprezzato dai dipendenti, ma anche dalle stesse aziende. Il buono pasto, elettronico oppure cartaceo, può essere speso in ristoranti, bar, pizzerie e trattorie per consumare i propri cibi preferiti. Rappresenta un’ottima alternativa alla mensa che ha un’offerta più limitata e non sempre capace di soddisfare i palati più esigenti.

I buoni pasto sono benefit a tutti gli effetti che consentono ai dipendenti di godersi un pranzo in linea con i loro gusti gastronomici, condizione che contribuisce a creare un clima di benessere e di armonia sul posto di lavoro.

Ne traggono enormi vantaggi anche le aziende, che possono ottenere una serie di benefici fiscali e contributivi. Il costo dei buoni pasto inoltre può essere dedotto dal reddito imponibile, con un limite di 4 euro per i ticket cartacei e di 8 euro per i ticket elettronici. E ancora i datori di lavoro possono detrarre l’IVA pagata per l’acquisto dei buoni pasto del 40% per i buoni cartacei e del 100% per quelli elettronici.

Ma a chi spettano i buoni pasto? Quando è possibile fruirne? Di seguito forniamo una panoramica generale, ma per un’informazione più approfondita rimandiamo all’articolo che spiega i buoni pasto quando spettano.

Il datore di lavoro ha facoltà di distribuire i buoni pasto a tutti i dipendenti, oppure solo a determinate categorie. Inoltre ne possono fruire anche gli stagisti e gli apprendistato, pur avendo un tipo di contratto diverso rispetto ai dipendenti a tempo indeterminato.

Le aziende, quando propongono un tirocinio, oltre al canonico rimborso spese possono dunque offrire come servizio aggiuntivo anche i buoni pasto, risultando più appetibili per chi è in cerca di un’occupazione. Anche gli apprendisti possono beneficiare dei buoni pasto, che comunque non concorrerebbero alla formazione del reddito di lavoro.

Non solo i dipendenti full time, anche quelli part time hanno diritto ai buoni pasto, benché l’attività lavorativa non si svolga nell’orario di pranzo. Tra i beneficiari dei buoni pasto ci sono anche i dipendenti pubblici, per i quali bisogna fare riferimento al CCNL del Comparto Funzioni locali.

Infine è opportuno sottolineare che questi benefit sono accessibili anche per chi lavora in smart working, equiparati in tutto e per tutto ai dipendenti che lavorano in sede.

Sono strumenti estremamente versatili, poiché possono essere usati anche per fare la spesa al supermercato e online o per ordinare cibo da casa, aumentando il potere d’acquisto delle famiglie e migliorando la work life balance dei collaboratori.

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